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Ue-Usa, ecco l’intesa: dazi al 15% su auto e farmaci, pioggia di miliardi a Trump per armi e gas. Ma su vino e Big Tech niente accordo

21 Agosto 2025 - 14:15 Simone Disegni
A quasi un mese dall'accordo politico in Scozia arriva la dichiarazione congiunta con i dettagli. La Commissione: «Tutelati settori strategici, evitata la guerra commerciale»

Dopo quasi un mese di incertezze (e annesse polemiche), l’Unione europea e gli Stati Uniti hanno firmato la dichiarazione congiunta che formalizza l’accordo sui dazi concluso a fine luglio in Scozia tra le delegazioni guidate da Ursula von der Leyen e Donald Trump. La Commissione sottolinea nell’annunciare il deal come sulla «vasta maggioranza» dell’export Ue si applicherà di qui in poi una tariffa massima del 15%. Livello tariffario da intendersi all inclusive: altrimenti detto, ogni altro precedente dazio è da intendersi incorporato nel nuovo livello, anche quelli eventualmente legati alla cosiddetta clausola della nazione più favorita. Tra i beni che avranno questo trattamento, anche quelli di alcuni settori strategici per l’Ue, come auto, farmaci, semiconduttori e legnami. Ue e Usa si ripromettono anche di concordare delle quote massime di export per l’acciaio e l’alluminio, di modo da «proteggere le nostre economia dalla sovra-capacità».

Zero dazi e maxi-investimenti: cosa darà l’Ue agli Usa

In cambio, l’Ue non solo rinuncia ad ogni contro-dazio, ma «rimuoverà le tariffe su tutti i beni industriali Usa ed espanderà l’accesso al mercato per i prodotti agricoli ed il pescato Usa», ha detto in conferenza stampa il Commissario al Commercio Maros Sefcovic. Si riconferma inoltre l’impegno Ue di aumentare gli acquisti dall’America sia di armi ed altri equipaggiamenti militari, in linea con le intese Nato, che di gas naturale liquefatto ed altri prodotti energetici nucleari per un valore complessivo di «750 miliardi di dollari di qui al 2028». L’Ue si assicurerà altresì un rifornimento stabile di microchip AI made in Usa per almeno 40 miliardi di dollari e promette infine, come concordato a fine luglio in Scozia, 600 miliardi di dollari di nuovi investimenti (privati) in settori strategici Usa, sempre entro il 2028.

La soddisfazione della Commissione

«L’Ue rimane convinta che tariffe alte siano di detrimento all’economia globale, ma il risultato negoziato evita una pericolosa escalation a pone le basi per la prosecuzione del dialogo e dello sviluppo delle relazioni transatlantiche, anche in aree di interesse strategico condiviso», scrive la Commissione nel dare l’annuncio del risultato. «Prevedibilità per le nostre aziende e per i nostri consumatori, stabilità nella più grande partnership commerciale del mondo e sicurezza per i posti di lavoro e la crescita economica in Europa nel lungo termine. Questo accordo commerciale tra Ue e Usa apporta benefici ai nostri cittadini e alle nostre aziende e rafforza le relazioni transatlantiche», plaude all’accordo Ursula von der Leyen. In conferenza stampa a Bruxelles, Sefcovic le ha fatto eco sottolineando l’importanza di vedersi garantite tariffe Usa “solo” del 15% su una vasta serie di categorie di beni: «Nessun altro ha avuto dagli Usa lo stesso trattamento. E lasciatemi essere molto chiaro: l’alternativa sarebbe stata una guerra commerciale e un’escalation politica imprevedibile».

Vino e digitale: dove l’accordo (per ora) non c’è

Incalzato dai cronisti, Sefcovic ha poi riconosciuto però i limiti dell’accordo: in particolare il fatto che l’accordo sui dazi «limitati» non riguardi alcuni altri beni di grande importanza per l’export europeo, come ad esempio vini e altri liquori. «Purtroppo su questo non siamo riusciti sin qui a concludere la stessa intesa, ma continueremo a lavorarci», ha detto il Commissario al Commercio. Con gli Usa, d’altra parte, non si è trovato accordo neppure sulla questione politicamente delicatissima della regolamentazione delle piattaforme digitali. L’Amministrazione Trump avrebbe voluto un allentamento delle norme Ue sui colossi tecnologici americani, in particolare il Digital Market Act e il Digital Service Act. La Commissione però sembra aver tenuto duro. «Abbiamo tenuto queste questioni fuori dai negoziati commerciali, concentrandoci su ciò che era chiaramente la priorità, e quindi non troverete alcun riferimento ad esse nella dichiarazione congiunta. Ci saranno molte questioni ancora da discutere, ma per essere molto chiari: l’autonomia normativa è essenziale e questa è stata la nostra posizione dall’inizio alla fine», ha detto Sefcovic.

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