È morto Jerry Adler, addio al mitico Hesh nei Soprano: il successo a 70 anni, la carriera sempre dietro le quinte con i giganti del cinema


Jerry Adler si è spento sabato 23 agosto a New York all’età di 96 anni. L’annuncio è arrivato attraverso un necrologio online pubblicato dalla famiglia. Per il grande pubblico, Adler rimarrà per sempre Herman Hesh Rabkin, il consigliere saggio e sarcastico di Tony Soprano nella serie cult HBO che ha segnato la televisione tra il 1999 e il 2007. Il suo personaggio rappresentava un ponte curioso tra due culture: ex produttore musicale ebreo legato alla famiglia criminale, Hesh navigava con intelligenza tra il mondo della cultura ebraica e quello della mafia italoamericana. Con il suo sarcasmo pungente e la calma apparente, Adler ha dato profondità umana a un universo dominato da violenza e ambiguità morale.
Da Brooklyn ai palcoscenici di Broadway: una vita dietro le quinte
Nato a Brooklyn il 4 febbraio 1929 da una famiglia ebrea, Jerry Adler iniziò la sua carriera nel 1951 come assistente direttore di scena. Per decenni ha lavorato nell’ombra di alcune delle produzioni più celebri di Broadway, diventando stage manager per il debutto originale di “My Fair Lady” nel 1956, quando sul palco si esibivano una giovane Julie Andrews e Rex Harrison. La sua carriera dietro le quinte lo portò a collaborare con i giganti del teatro e del cinema del Novecento: da Harold Pinter a Arthur Miller, da Orson Welles a Marlene Dietrich, fino a Katharine Hepburn. Con quest’ultima visse uno degli aneddoti più noti della sua carriera, quando l’attrice fermò un cantiere edile per non essere disturbata durante un numero musicale.
L’esordio tardivo che ha cambiato tutto
Nonostante fosse circondato fin da giovane da attori – tra cui la cugina Stella Adler, leggendaria insegnante di recitazione – Jerry Adler non salì sul palcoscenico come interprete fino ai 60 anni. La sua prima apparizione televisiva risale al 1991, ma da quel momento la carriera esplose letteralmente. Oltre a “I Soprano”, Adler divenne un volto ricorrente nelle serie più amate: “Rescue Me” nei panni del capo dei vigili Sidney Feinberg, “The Good Wife” come l’odioso avvocato Howard Lyman, e poi “Un medico tra gli orsi”, “Transparent”, “Mad About You” e “Broad City”. Una seconda giovinezza artistica che ha stupito anche lui stesso.
Dalla Tv al cinema
Il cinema gli offrì ruoli memorabili con alcuni dei registi più raffinati del panorama contemporaneo. Woody Allen lo diresse in “Misterioso omicidio a Manhattan” nel 1993, Charlie Kaufman lo volle in “Synecdoche, New York” nel 2008, J.C. Chandor in “1981: Indagine a New York” nel 2014. Ogni apparizione cinematografica confermava la sua capacità di portare autenticità e spessore anche nei ruoli più piccoli, dimostrando che l’esperienza accumulata dietro le quinte gli aveva insegnato i segreti della narrazione. Nel 2000 Jerry Adler tornò a Broadway, ma stavolta non dietro le quinte. Recitò in “Taller Than a Dwarf” e nel 2015 in “Fish in the Dark” accanto a Larry David, interpretando il padre del protagonista. Era il cerchio che si chiudeva perfettamente: dopo una vita passata a servire il teatro con discrezione e maestria, finalmente ne diventava protagonista.