Bonus elettrodomestici, fino a 200 euro di sconto in fattura su sette categorie: i requisiti e come richiederlo


Il nuovo Bonus elettrodomestici è pronto: uno sconto diretto in fattura che può valere fino a 100 euro, cifra che lieviterà ulteriormente per chiunque abbia un Isee inferiore ai 25mila euro, con l’obiettivo di favorire la sostituzione di vecchi apparecchi energivori con modelli più efficienti. Il via non sarà però dato a settembre, bisognerà infatti attendere la fine dell’anno quando il governo avrà provveduto a ulteriori provvedimenti attuativi e sarà pronta la piattaforma digitale per presentare la domanda.
Quanto vale il bonus elettrodomestici
Il bonus potrà arrivare al 30% del costo di acquisto, o a un massimo di 100 euro per ciascun elettrodomestico. Per i redditi più bassi, sotto un Isee di 25mila, il tetto raddoppierà a 200 euro. Per questa misura il governo ha già messo in conto nell’ultima Legge di Bilancio un tesoretto di 50 milioni di euro, che netti diventano 48,1 per il costo della gestione a carico di PagoPa e Invitalia.
Quali elettromestici copre: le categorie e i vincoli per le famiglie
Sono in totale sette le categorie che potranno godere di questo incentivo:
- Lavatrici e lavasciuga (classe A o superiore)
- Forni (almeno classe A)
- Cappe (almeno classe B)
- Lavastoviglie (classe C o superiore)
- Asciugabiancheria (classe C o superiore)
- Frigoriferi e congelatori (almeno classe D)
- Piani cottura (conformi alle norme UE)
Ma di vincoli ce ne sono molti di più. Il bonus sarà attivabile solo se l’elettrodomestico acquistato è stato prodotto in uno stabilimento europeo. Sarà valido solo per un elettrodomestico a nucleo familiare e solo se un elettrodomestico della stessa tipologia ma di classe energetica inferiore sarà fatto rottamare. Il bonus non potrà essere cumulato con altre agevolazioni, anche di tipo fiscale, incluso il 50% per i grandi elettrodomestici previsto dal Bonus ristrutturazioni.
Come ottenere il bonus elettrodomestici
Innanzitutto, bisogna accedere alla piattaforma online di PagoPa (con Spid o Carta d’identità elettronica). Qui i dati saranno incrociati con l’Isee perché, essendo i fondi limitati, si darà la precedenza ai primi che hanno fatto domanda (in una sorta di “click day“) e alla «effettiva disponibilità di risorse finanziarie». In caso di esito positivo si riceverà un voucher nominativo associato al codice fiscale, che però ha validità limitata nel tempo. Se scade senza utilizzo, la richiesta potrà essere rinnovata. Con il voucher si può procedere all’acquisto, ottenendo lo sconto in fattura.
Che cosa manca al via
Al momento il Ministero delle Imprese e del made in Italy deve ancora fissare la durata dell’iniziativa, le tempistiche di avvio, le regole sulla piattaforma e sul trattamento dei dati personali, i criteri di verifica e di gestione delle vendite online e dei resi. Un iter che spingerà in là di qualche mese il via. Ci saranno obblighi anche per i venditori, che dovranno registrarsi alla piattaforma con codice Ateco e iscrizione al portale Raee. Starà a lui emettere la fattura, che comprenderà il prezzo originario, il contributo maturato e l’obbligo di smaltimento dell’apparecchio sostituito.