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Usa, nuova tegola giudiziaria per Trump: un tribunale ferma la procedura rapida per le deportazioni di migranti

30 Agosto 2025 - 16:42 Bruno Gaetani
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Secondo la giudice Jia Cobb, l'amministrazione Usa ha agito in modo sconsiderato nel tentativo di espellere rapidamente quante più persone possibile

Dopo l’altolà sui dazi, dai giudici americani arriva lo stop alle deportazioni di migranti. Un giudice federale ha vietato all’amministrazione statunitense di effettuare espulsioni rapide di persone detenute lontano dal confine con il Messico, costringendo il governo Usa a bloccare – almeno per ora – la prassi delle deportazioni di massa. Per Donald Trump, che non si fa vedere in pubblico da qualche giorno, si tratta della seconda tegola giudiziaria nel giro di poche ore, dopo che una corte d’appello ha dichiarato illegali gran parte dei dazi approvati nei mesi scorsi da Washington.

La sentenza che ferma le «deportazioni rapide»

In un parere lungo 48 pagine, la giudice Jia Cobb – della Corte distrettuale per Washington DC, nominata da Joe Biden – ha scritto che l’amministrazione Trump ha agito in modo sconsiderato nel frenetico tentativo di espellere rapidamente quante più persone possibile, violando probabilmente i diritti al giusto processo e rischiando detenzioni ingiuste. La sentenza di Cobb blocca, infatti, una politica approvata durante i primissimi giorni della seconda presidenza Trump, che ha autorizzato il dipartimento per la Sicurezza Interna ad avviare deportazioni in tutto il Paese e senza procedimenti giudiziari, di immigrati clandestini che non sono in grado di dimostrare di aver vissuto negli Stati Uniti per più di due anni.

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EPA/Allison Dinner | Un evento di arte performativa a Los Angeles per protestare contro le deportazioni dell’amministrazione Trump

Le espulsioni «accelerate» durante il secondo mandato di Trump

Queste espulsioni «accelerate», scrive il New York Times, sono state effettuate per decenni dal governo federale americano, ma fino a pochi mesi fa si erano sempre concentrate esclusivamente sulle persone arrestate al confine con il Messico o nelle sue immediate vicinanze. L’amministrazione Trump, invece, ha cercato di estendere la pratica a livello nazionale, per accelerare l’espulsione delle persone arrestate. Così facendo, scrive la giudice Cobb, il governo rischia di «espellere erroneamente le persone» senza garantire loro un giusto processo.

La reazione dell’amministrazione Trump

Un portavoce del Dipartimento per la sicurezza interna ha dichiarato che la sentenza «ignora le chiare autorità del presidente» e ha assicurato che l’amministrazione Usa sta «esercitando la sua piena autorità ai sensi della legge federale sottoponendo a espulsione accelerata gli immigrati clandestini che si trovano qui da meno di due anni». La Casa Bianca ha presentato immediatamente ricorso contro la sentenza.

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