Il furto al duty free, l’interrogatorio e la perquisizione: «Voi restate qui finché non abbiamo finito». Ecco cosa è successo a Pilato e Tarantino a Singapore


Un volo da prendere, le compagne già in fila al gate, e all’improvviso lo stop della polizia. Per Benedetta Pilato e Chiara Tarantino, la vacanza a Bali si è chiusa con un imprevisto clamoroso: un fermo all’aeroporto di Singapore con l’accusa di furto. Quella che doveva essere solo una parentesi di relax dopo i Mondiali di nuoto si è trasformata in una vicenda delicata, risolta solo grazie all’intervento della diplomazia italiana e conclusa con un semplice ammonimento.
Il giorno del rientro
Dopo dieci giorni di relax sull’“Isola degli Dei”, la comitiva di otto azzurri stava tornando in Italia. Il viaggio era stato organizzato a fine giugno, durante il Trofeo Sette Colli di Roma, e la vacanza doveva essere un premio per la stagione di gare appena conclusa, culminata il 3 agosto con la quinta medaglia mondiale consecutiva nei 50 rana per Pilato.
Il furto al duty free
All’aeroporto di Singapore, mentre Bottazzo affrontava alcune complicazioni con le procedure di imbarco, Pilato, Tarantino e Morini aspettavano insieme nella zona partenze. Per ingannare l’attesa, si fermano al duty free, tra profumi e cosmetici. È in questo frangente che, secondo le immagini delle telecamere di sorveglianza, Chiara Tarantino avrebbe fatto scivolare due boccette nello zaino di Pilato. Nessuno sembrava essersi accorto di nulla, ma una volta al gate, pronte per salire sull’aereo, ecco che intervengono gli agenti. Che sapevano già cosa cercare. «C’è la chiamata del nostro volo, noi dovremmo partire», hanno provato a obiettare le ragazze. Ma la risposta è stata chiara: «Voi restate qui finché non abbiamo finito».
La perquisizione e l’ammonimento
Inizialmente vengono controllati solo i bagagli di Sofia Morini e Anita Bottazzo, che vengono poi lasciate andare, con il volo ormai perso. Successivamente, le forze dell’ordine aprono lo zaino di Pilato e trovano le due boccette di oli essenziali profumati. Le due atlete vengono accompagnate al commissariato, sottoposte a un lungo interrogatorio e controlli personali. «Sono stata coinvolta mio malgrado. Non ho mai avuto intenzione di compiere gesti inadeguati», ha scritto Pilato in un post social, prendendo le distanze dall’accaduto. Il reato contestato rientra tra i casi di non punibilità: sottrazioni di beni di scarso valore, senza intento di profitto e non abituali. Per questo, le nuotatrici non hanno ricevuto sanzioni pecuniarie ma soltanto un warning, un ammonimento formale.
L’intervento della diplomazia italiana
L’ambasciatore italiano a Singapore, Dante Brandi, pur non essendo in città, ha attivato immediatamente il suo vice, mantenendo contatti costanti con la Farnesina e con la Federazione italiana nuoto. L’autorizzazione al rientro è arrivata solo dopo il rientro del comandante dell’autorità aeroportuale, ed è arrivata sei giorni dopo il volo previsto. Giorni che le atlete hanno trascorso in libertà e in hotel. Il volo è partito il 19 agosto ed è atterrato in Italia il 20.