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Nicolò Guarrera e il giro del mondo a piedi: «Ho fatto 35 mila chilometri e ho speso 10 euro al giorno»

01 Settembre 2025 - 06:59 Alba Romano
nicolò guarrera giro del mondo a piedi
nicolò guarrera giro del mondo a piedi
È partito nell'agosto 2020 e a breve tornerà a Vicenza. «Noi giovani italiani spesso ci lamentiamo. Quando si tratta di rischiare in prima persona, in pochi azzardano. Invece è importante per scoprire che farcela da soli è possibile»

Nicolò Guarrera, alias @Pieroad, ha 31 anni. Negli ultimi anni ha percorso 35 mila chilometri. Il 9 agosto del 2020 (in pieno Covid) lavorava nel marketing per un’azienda milanese. Ma ha mollato tutto per fare il giro del mondo a piedi. È partito dalla casa dei genitori a Malo in provincia di Vicenza. E 1.849 giorni dopo è tornato. L’arrivo a casa è previsto per il 13 settembre: «Noi giovani italiani spesso ci lamentiamo. Quando si tratta di rischiare in prima persona, in pochi azzardano. Invece è importante mettersi alla prova, dosare le proprie forze per poi scoprire che farcela da soli è possibile», dice oggi al Corriere della Sera.

Il giro del mondo a piedi

È partito da Genova per arrivare in Francia. Da lì al Cammino di Santiago e la via de la Plata fino a Huelva, dove si è imbarcato per le Canarie: «Ho attraversato l’Atlantico in catamarano, un viaggio difficile: gli altri passeggeri erano spesso ubriachi e il capitano sembrava mentalmente instabile. Per fortuna siamo arrivati sani e salvi. Qui ho attraversato lo stretto di Panama a piedi. Al confine tra Perù e Cile ho rischiato di finire nei guai, con la polizia cilena che voleva portarmi via tutto ciò che avevo…». Volevano sequestragli Ezio, «il soprannome che ho dato al “passeggino” che spingo, carico di cibo, abiti e di tutto quel poco che serve: è più comodo che viaggiare con uno zaino sulle spalle».

L’Australia

Anche l’Australia è stata difficile: «Nel deserto ho avuto momenti di grande sconforto: per attraversarlo mi sono serviti sei mesi. Lì ho imparato una grande lezione: siamo nell’era della velocità, del tutto e subito, ma se ti sposti a piedi non puoi evitare quel che sta in mezzo. Sei costretto ad affrontarlo. E spesso scopri che il percorso è più bello della destinazione».

Poi l’Asia, dall’India alla Turchia: «Ho visto posti stupendi, altri davvero degradati. E conosciuto tante persone che mi hanno aiutato. Alcune già seguivano la mia avventura sui social e mi contattavano offrendo il divano di casa o luoghi sicuri dove piantare la tenda. Ogni popolo ha le sue specificità. Ricordo un ragazzo iraniano che vendeva frutta per la strada: mi raccontò che un turista gli aveva chiesto un’informazione e lui non era riuscito a rispondergli perché non conosceva l’inglese. Si era sentito umiliato, e per questo s’era messo in testa di imparare, da autodidatta, quella lingua sconosciuta: oggi si mantiene insegnando l’inglese ai connazionali».

10 euro al giorno

Guarrera dice di aver speso «circa 10 euro al giorno, ma dipende molto dal Paese. L’Europa è costosissima». Si è innamorato «di una biologa cilena. Mentre attraversavo la sua terra, mi raggiungeva ogni due settimane per fare un pezzo di strada insieme, in mezzo alla natura. È stato bello». Però hanno chiuso: «Al momento di lasciare il Cile, la storia non poteva continuare: lei ha sempre saputo quanto importante è, per me, finire questo viaggio». Adesso, dice, vuole godersi «gli ultimi giorni di cammino: non vedo l’ora di tornare ma non ho fretta. Rivedrò le persone a cui voglio bene, scriverò un libro e in futuro spero che la passione per il viaggio si trasformi in un lavoro». Ora, dice, «a 31 anni mi resta ancora tanta strada da percorrere. Ma ora, almeno, ho una storia da raccontare».

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