Emilio Fede, i momenti iconici dalla Tv ai social: dall’annuncio in esclusiva della guerra del Golfo alla reazione per la morte di Berlusconi – I video
Emilio Fede – morto oggi, martedì 2 settembre, nella Residenza San Felice di Segrate, vicino Milano – aveva iniziato la lunga carriera di giornalista da giovanissimo, costellandola sin da subito di momenti memorabili, tra scoop, prese di posizioni, goffi fuori onda e confronti televisivi destinati a fare la storia. Di origini siciliane, nato il 24 giugno 1931 a Barcellona Pozzo di Gotto, in provincia di Messina, alla fine del secondo conflitto mondiale si spostò a Roma con la famiglia. Fu nella capitale che prese avvio la sua carriera da giornalista. Dopo la maturità al liceo classico, cominciò con le prime esperienze nei quotidiani.
La Rai e l’esperienza in Africa
Alla fine degli anni Cinquanta, il debutto in tv. La Rai – all’epoca da poco risorta dalle ceneri della vecchia Eiar (Ente Italiano per le Audizioni Radiofoniche) – lo accolse come conduttore nella trasmissione per ragazzi Il circolo dei castori. Ma dopo questa piccola parentesi nell’intrattenimento, Fede divenne inviato speciale in Africa dove si occupò principalmente di guerre civili e decolonizzazione. Erano gli anni dell’indipendenza dell’Algeria, della guerra civile in Congo, della ingerenze di Usa e Urss che cercavano di spartirsi un territorio fragile e sempre più frammentario. Fede tornò dopo 8 anni e dal 1976 condusse il TG1, diventandone direttore nel biennio 81-82. Nel febbraio del ’77 c’era lui in studio quando andò in onda la prima edizione a colori e lui era direttore ai tempi della celebre diretta di 18 ore consecutive sull’incidente di Vermicino, dove perse la vita, dopo un’interminabile agonia, il piccolo Alfredino Rampi.
Il passaggio a Fininvest e l’annuncio della Guerra del Golfo
La svolta verso l’impero di Silvio Berlusconi arrivò nel 1989, quando accettò l’offerta come direttore di Videonews e poi di Studio Aperto. Qui, nel 1991, annunciò per primo in Italia la notizia dell’inizio della guerra del Golfo, un massiccio attacco aereo da parte della coalizione guidata dagli Stati Uniti contro l’Iraq di Saddam Hussein che illuminò i cieli di Bagdad nella notte tra il 16 e il 17 gennaio. Dal 1992 iniziò a ricoprire il ruolo per cui divenne più celebre, quello di direttore del TG4. Da lì alcuni dei momenti più iconici della sua carriera: come il «rametto di pace» teso da Romano Prodi e Walter Veltroni dopo la vittoria della coalizione di centro sinistra «L’Ulivo». In quell’occasione, durante un collegamento, i due lo esortarono a restare in Italia dopo che Fede aveva minacciato di trasferirsi all’estero nel caso avessero vinto loro e non il centro destra. «Abbiamo bisogno di un’informazione pluralista», aveva detto un giovane Veltroni.
Le sfuriate e l’odio-amore con Striscia la notizia
L’inizio della sua celebrità a livello nazionale coincise anche – almeno in parzialmente – con la presa di mira da parte dei programmi di satira. Quasi antesignano di contenuti virali e meme, Fede fu spesso sotto i riflettori di Striscia la notizia e del programma Rai Blob. Il motivo? Le sue sfuriate contro redattori e dipendenti, non di rado condite da parolacce e imprecazioni. Insomma, tutto ottimo materiale da intrattenimento. Celebri le sue telefonate ai giornalisti in cui li accusava di non lavorare abbastanza o li massacrava per gli errori commessi. Nel 2005, la tregua. O almeno un segnale di pace. L’8 febbraio, infatti, Fede condusse eccezionalmente una puntata di Striscia la notizia, accanto a Ezio Greggio.
L’addio al Tg4 e la lite con Mediaset
Risale al marzo 2012, a seguito di una trattativa con Mediaset non andata a buon fine, l’addio di Emilio Fede alla direzione del TG4. L’azienda di Cologno Monzese affermò in quell’occasione che non fu possibile arrivare a una risoluzione del rapporto in modo consensuale, specificando che l’ex direttore avrebbe lasciato anche il gruppo editoriale. Il giorno dopo, dopo aver dichiarato di essersi chiarito con l’azienda, Fede firmò le dimissioni dal telegiornale, dichiarando di proseguire nella trattativa per nuove trasmissioni, e mantenendo una carica all’interno di Mediaset, fino al 2014.
L’amicizia con Silvio Berlusconi
Forse un misto tra ammirazione e riconoscenza, il sentimento che Emilio Fede nutriva – e manifestava – per Silvio Berlusconi. Dapprima suo capo, nel ruolo di fondatore e presidente Finivest, e poi amico e presidente del Consiglio, con una linea politica in cui il giornalista credeva fermamente. Iconico l’annuncio che diede, nel 1994, sempre in qualità di anchorman, della vittoria del Cavaliere a seguito della sua prima discesa in campo politico. Lo si vede guardare in camera e rassicurare, commosso, lo spettatore, del fatto che il nuovo presidente del Consiglio avrebbe senz’altro fatto un ottimo lavoro. Il cerchio dell’amicizia tra i due si è chiuso nel giugno 2023, quando, alla notizia della morte dello storico leader di Forza Italia, Fede si commuove, dapprima incredulo e poi – come di consueto – si arrabbia. Questa volta, con nessun altro che il destino.