L’urlo di De Luca terrorizza il Pd: «La democrazia si sta estinguendo. Mio figlio? Contro di lui volgarità, cafoneria, inciviltà»


Nel suo nuovo libro La Sfida, edito da Piemme, prevede l’estinzione della democrazia. Ed è di sicuro una casualità che questo coincida con il suo addio alla carica di governatore della Campania. Vincenzo De Luca ha spinto disperatamente per un terzo mandato alla guida della Regione, ma la legge elettorale che aveva fatto varare è stata stoppata dal governo Meloni. E oggi in un’intervista al Corriere della Sera si sfoga. Su Pd che ha smarrito le ragioni originarie. Sui cacicchi che almeno hanno i voti, a differenza di alcuni leader nazionali. E soprattutto sul figlio, il deputato Piero De Luca. Diventato “soltanto” responsabile del Pd campano. E vittima, secondo il padre, di volgarità, cafoneria, inciviltà.
La democrazia
La previsione dell’estinzione prossima della democrazia, secondo De Luca, «è un quadro realistico. Il filo rosso del libro è legato al destino della democrazia, che a mio parere è giunta alla fine del suo percorso storico. Ormai il suffragio universale è diventato voto di minoranza». Il cambio di prospettiva, secondo l’ex sindaco di Salerno, è arrivato con Donald Trump. Che «ha cambiato brutalmente gli equilibri internazionali. Cerca di affermare un modello di governo che punta a realizzare un sistema decisionale per il quale la democrazia, con le sue regole e vincoli, appare un ostacolo. Questa è la realtà, che non possiamo fingere di non vedere». Il suo partito, dice, «ha smarrito le ragioni originarie della sua nascita: essere un partito dei territori e delle autonomie; essere radicato nella società, portatore di un programma riformatore serio».
De Luca e il Pd
Secondo De Luca il Pd «si è presentato a volte come il peggio del centralismo democratico e del correntismo doroteo. Si è immaginato un profilo radicale per riprendere respiro ma questo ovviamente non basta: occorre riprendere un rapporto con il mondo cattolico e le sue sensibilità, con l’insieme del movimento sindacale».
E quando Maria Teresa Meli gli chiede se Elly Schlein, dando la carica di segretario del Pd campano al figlio, non allontani i cittadini dalla politica, la risposta è rabbiosa: «Ma non vorrà mica caricare sulla testa di Piero il crollo della partecipazione nei Paesi democratici?! Colgo l’occasione per dire con chiarezza –— e con tutto il disprezzo di cui sono capace — che questa vicenda esprime al meglio il livello di volgarità, di cafoneria, di inciviltà presente in un Paese nel quale possono fare quello che vogliono, fianco a fianco, mogli e mariti, sorelle e sorelle, fratelli e fratelli, padri e figli, tranne chi porta il mio cognome».
Piero l’emigrante
«Piero ha deciso molto tempo fa di fare l’“emigrante”, per essere libero, andando a lavorare, per 11 anni, presso la Corte di Giustizia in Lussemburgo; è vincitore di concorso per docente universitario; ha scritto libri di Diritto comunitario. Non ha bisogno di vivere di politica, può dedicarsi a un’attività professionale più redditizia e gratificante: avrà pure la possibilità di vedere rispettati i suoi diritti costituzionali e di essere valutato in quanto persona dopo 25 anni di militanza?», conclude De Luca.
I cacicci
I cacicchi del Pd a Roma, spiega il governatore, «sono quelli che non hanno nessun radicamento né sociale né territoriale, che non hanno il voto neanche della madre, che non conoscono né la fatica della militanza, né quella necessaria a conquistare i consensi a uno a uno; quelli che si trovano in eterno in funzioni nazionali, in ruoli parlamentari al di là di ogni valutazione di merito… E che, sulla base di tali benemerenze pretendono di decidere della vita degli altri». Difficile non vedere in questo identikit la figura di Sandro Ruotolo, oggi responsabile della comunicazione del partito di Schlein, il quale si è dichiarato sconfitto nella sua battaglia per il rinnovo del Pd in Campania.
Roberto Fico e l’inceneritore di Acerra
Infine un commento su Roberto Fico che vuole chiudere l’inceneritore di Acerra: «Il tema dell’autonomia energetica è uno dei temi essenziali per lo sviluppo dell’Italia e del sistema produttivo. La necessità di avviare con convinzione la ricerca, di prepararsi al futuro e di avviare un dibattito pubblico, il più ampio e trasparente, è ineludibile. Il termovalorizzatore sta bene dove sta».