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Rilasciato il 23enne milanese fermato a giugno in Burkina Faso: era sospettato di far parte di un’organizzazione terroristica

04 Settembre 2025 - 17:24 Ugo Milano
burkina faso
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Il giovane era detenuto in una struttura paracarceraria dall'11 giugno scorso. Tuttavia, le accuse nei suoi confronti non sarebbero del tutto infondate

Luca Scarpato, ragazzo milanese di 23 anni, è stato rilasciato oggi, giovedì 4 settembre, dalle autorità del Burkina Faso dopo che era stato fermato lo scorso 11 giugno. Il giovane era sospettato di appartenere a un gruppo paramilitare e ha trascorso gli ultimi mesi in una struttura paracarceraria insieme a un altro cittadino europeo. È atterrato pochi istanti fa all’aeroporto di Ciampino, dopo essere stato preso in carico da un team dell’Aise. Il fermo, in origine, non era stato reso noto, in accordo con la famiglia, proprio per favorire la soluzione del caso. Secondo le prime ricostruzioni, i sospetti su di lui non sarebbero del tutto infondati, nonostante fosse in possesso di un permesso di lavoro nei servizi di sicurezza mineraria. La decisione di rilasciarlo sarebbe stata un «gesto di buona volontà» da parte delle autorità locali.

Il fermo lo scorso 11 giugno

Luca Scarpato era stato fermato insieme a un altro cittadino europeo la mattina dello scorso 11 giugno quando si trovava all’aeroporto di Ouagadougou, la capitale del Burkina Faso. Su di lui pendeva il sospetto che potesse far parte di una organizzazione paramilitare. I due erano arrivati in città con un volo proveniente da Freetown, in Sierra Leone. A dare l’allarme, il personale dell’hotel dove alloggiavano, che aveva segnalato che i due si erano rifiutati di fornire i motivi del soggiorno. Ad aumentare i sospetti, i due zaini “tipo militare” dei due. Sul canale d’intelligence le autorità del Burkina Faso hanno riferito che il fermo era parte di una più ampia operazione coordinata con i Servizi di sicurezza maliani e nigeriani per individuare cittadini stranieri intenti a raggiungere quei Paesi per supportare cellule terroristiche o formazioni paramilitari.

Il rilascio e la caduta delle accuse

Per il rilascio è stato necessaria una fitta mediazione sul canale intelligence, che ha dimostrato, come riporta l’Ansa, che il giovane milanese era giunto in Burkina Faso con il visto d’ingresso nel Paese per essere impiegato in servizi di sicurezza mineraria. Secondo le autorità locali Scarpato sarebbe stato però trovato in possesso di equipaggiamento militare non meglio precisato. Anche se non si tratterebbe di armi. Inoltre, dai telefoni sequestrati sarebbero effettivamente emersi alcuni elementi relativi alla sua appartenenza a gruppi paramilitari. Dall’11 giugno si è avviata quindi una fitta mediazione a livello di intelligence che, con la collaborazione dei familiari, non ha trovato alcuna diffusione pubblica. Ora il 23enne è appena atterrato all’aeroporto di Ciampino. Secondo quanto riferito, le autorità del Burkina Faso lo avrebbero rilasciato «come gesto di buona volontà nei confronti dell’Italia e grazie agli eccellenti rapporti di cooperazione Intelligence che intercorrono tra le Agenzie delle due Nazioni».

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