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Il giudice violento, la nuova opera di Banksy sul palazzo delle Royal Courts of Justice a Londra. Avviata un’indagine per «atti vandalici»

08 Settembre 2025 - 21:30 Stefania Carboni
Royal Courts of Justice London banksy
Royal Courts of Justice London banksy
Secondo il Telegraph il caso può mettere a rischio l'anonimato dell'artista

Stavolta la polizia di Londra ha avviato un’indagine per «atti vandalici» dopo che un’opera di Banksy è comparsa su su un muro laterale dell’edificio delle Royal Courts of Justice, nel cuore della capitale britannica. Il murale raffigura un giudice in toga, con la tradizionale parrucca, intento a picchiare con un martelletto processuale un manifestante steso a terra. L’opera, proprio per il punto in cui è comparsa, nelle sedi dell’Alta corte e la Corte d’appello, verrà rimossa.

L’opera per i manifestanti di Palestine Action

Il murale richiama alle proteste per la decisione del governo laburista di Keir Starmer di indicare come «organizzazione terroristica» Palestine Action. Defend Our Juries, che ha organizzato sit-in a sostegno dell’organizzazione, ha affermato, tramite un suo portavoce che «l’opera d’arte di Banksy sulle pareti della Royal Courts of Justice descrive in modo potente la brutalità scatenata da Yvette Cooper sui manifestanti con la messa al bando di Palestine Action». «Ci auguriamo che tutti coloro che sono stati colpiti dall’opera ispiratrice di Banksy si uniscano alla nostra prossima azione, che sarà annunciata a breve». Il murale è comparso due giorni dopo l’arresto di 890 manifestanti durante l’ultima manifestazione contro la messa al bando di Palestine Action, a Westminster.

Cosa rischia Banksy

Secondo quanto riporta il Telegraph le indagini della polizia metropolitana potrebbero mettere in discussione l’anonimato dell’artista inglese qualora si arrivasse a una incriminazione di Banksy: in quel caso il suo nome sarebbe reso noto al pubblico. Il murale, piantonato, è stato coperto con teli di plastica in attesa della sua cancellazione. In caso di atti vandalici l’artista rischia una pena massima di 10 anni di reclusione per danni superiori a 5.000 sterline. Sotto quella cifra c’è una pena massima di tre mesi o una multa di 2.500 sterline.

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