Benevento, l’ex direttore generale dell’Asl rifiuta un Rolex da 8mila euro: smascherato il tentativo di corruzione


Hanno tentato di corromperlo con un Rolex da 8mila euro, ma lui lo ha rispedito al mittente. È successo nel maggio 2023 all’allora direttore generale dell’Azienda sanitaria locale (Asl) di Benevento Gennaro Volpe. Uno degli imprenditori impegnati nel campo della sanificazione aveva appunto cercato di ottenere l’affidamento di due servizi inviandogli un orologio di lusso in cambio. L’episodio è emerso dalle indagini della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli che hanno portato all’arresto di dieci persone. Tutte loro farebbero parte, secondo la Procura di Napoli e i Carabinieri del Comando provinciale di Caserta, del cosiddetto “sistema Ferraro”, un giro di appalti nel campo della raccolta rifiuti e della sanificazione in locali sanitari e ospedali.
Il Rolex da 8mila euro e l’arresto di 10 persone
Gennaro Volpe, che oggi è direttore generale dell’ospedale Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta, aveva rispedito al mittente il tentativo di corruzione dell’imprenditore Giuseppe Rea, rimandando indietro il Rolex da 8mila euro che questo gli aveva regalato. È successo tutto nel maggio del 2023, quando Rea aveva cercato di ottenere l’affidamento di due servizi di “trattamento di disinfestazione adulticida” dei locali dell’Asl di Benevento. I fatti sono emersi dalle indagini della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli che ieri, martedì 9 settembre, hanno portato all’arresto di dieci persone – di cui tre in carcere, sette ai domiciliari, oltre ad altre sette misure tra divieti di dimora e interdittive. Tra loro anche l’ex consigliere regionale dell’Udeur nonché imprenditore dei rifiuti di Casal di Principe, Nicola Ferraro, che in passato già aveva scontato 7 anni di carcere per concorso esterno in camorra, identificato come storico colletto bianco del clan dei Casalesi.
Gli altri arresti e il “sistema Ferraro”
Le manette sono scattate anche per il sindaco di Arienzo e coordinatore di Forza Italia a Caserta Giuseppe Guida, che ora si trova ai domiciliari. Insieme a lui, anche il rettore dell’Università Parthenope di Napoli Antonio Garofalo – sospeso dall’incarico -, amministratori locali del beneventano, in particolare a San Giorgio del Sannio, e del napoletano, come a Frattamaggiore. Tutti loro avrebbero fatto parte, secondo la Procura, del “sistema Ferraro”, che operava con appalti illeciti nel campo della raccolta rifiuti e della sanificazione in locali sanitari e ospedali. Questi settori da sempre costituiscono il principale business delle attività di Ferraro, ottenuti da aziende vicine a Ferraro da Comuni e Asl grazie a tangenti, favori, appoggi elettorali.
Il caso dell’Asl di Benevento
In questo panorama complesso resta emblematico il caso dell’Asl di Benevento. Qui ha agito Giuseppe Rea, imprenditore finito in carcere con Ferraro e pienamente inserito nel “sistema”. Basti pensare che nell’ottobre 2023 nella sua casa di Caserta i carabinieri hanno sequestrato quasi 2 milioni di euro in contanti, ritenuti soldi appartenenti a Ferraro. Rea ha tentato di infiltrarsi a Benevento senza riuscirci. Volpe non solo non ha accettato il Rolex, ma lo ha consegnato alla sua segreteria perché lo restituisse al mittente. L’imprenditore, poi, ci prova anche a Caserta. Qui il tentativo di truccare la gara per la disinfestazione della legionella, riuscendo a farla sospendere e poi annullare, grazie alla conoscenza con il direttore generale Amedeo Blasotti – che oggi è indagato, ma non più in carica – e all’intervento del politico Luigi Bosco, ex consigliere regionale e attuale coordinatore regionale di Azione, anche lui indagato.