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Chi ha ucciso Charlie Kirk? L’Fbi diffonde la foto del sospettato. Indagini in corso su proiettili «con scritte antifasciste e pro transgender» – Il video

11 Settembre 2025 - 18:33 Ugo Milano
L'attivista conservatore è stato ucciso durante un evento in un ateneo dello Utah. Recuperata l'arma del delitto: un fucile ad alta potenza

È un giovane di età universitaria il killer di Charlie Kirk, l’attivista ultra conservatore americano colpito fatalmente al collo da un proiettile durante un evento in un ateneo dello Utah. Per questo l’assassino, che è ancora in fuga quasi 24 ore dopo l’omicidio, è riuscito a mimetizzarsi perfettamente nella folla di studenti americani e dileguarsi senza essere intercettato da nessuno. L’Fbi nelle ultimissime ore sarebbe riuscito a ricostruire una parte dei movimenti del killer e a recuperare da un bosco vicino al campus universitario l’arma del delitto: un fucile ad alta potenza con otturatore girevole-scorrevole. Non solo: nelle ultime ore, l’agenzia governativa ha diffuso su X la foto di un sospettato chiedendo «l’aiuto del pubblico per identificare questa persona di interesse in relazione alla sparatoria mortale» alla Utah Valley University in cui è stato ucciso il giovane attivista. Nelle due immagini postate appare un uomo con sneakers, jeans, maglietta nera a maniche lunghe con l’immagine della bandiera Usa su cui vola l’aquila, cappellino scuro da baseball e occhiali da sole neri.

Le munizioni incise con le parole del killer

Al momento i tecnici dell’Fbi stanno analizzando l’arma alla ricerca di elementi che stringano il campo e puntino direttamente al sospettato. Secondo quanto ha appreso il Wall Street Journal, l’arma del delitto sarebbe un fucile da caccia calibro .30 di vecchio modello, trovato avvolto in un asciugamano. Al suo interno era ancora presente la cartuccia esplosa mentre nel caricatore erano presenti tre proiettili. Su tutti e tre sarebbero state incise parole che «riportano all’ideologia transgender e antifascista», scrive il quotidiano americano.

L’arrivo al campus e l’assassinio di Charlie Kirk

Al momento identità e volto del sospettato non sono stati resi noti, ma gli investigatori assicurano di aver recuperato video utili e immagini dalle telecamere di sorveglianza. Grazie a queste sono riusciti a ricostruire i movimenti del killer. L’arrivo nel campus universitario è fissato intorno alle 11.52 di mattina, otto minuti prima dell’inizio previsto dell’evento. Il dito ha premuto sul grilletto circa mezz’ora dopo, una volta che – come mostrerebbero alcuni video in mano all’Fbi – l’assassino ha salito qualche rampa di scale e si è appostato in una posizione strategica sopra un tetto di un edificio a circa 130-140 metri dal punto in cui si sarebbe seduto Charlie Kirk. Poi è bastato attendere il momento giusto.

La fuga progettata e le impronte lasciate

Dopo lo sparo, in mezzo al fuggi-fuggi generale, alcuni video già virali sui social mostrano un’ombra fuggire a piedi dal tetto di uno degli edifici che circondavano il giardino dove si teneva l’evento. Il killer, secondo alcuni analisti, aveva infatti preparato con precisione anche il piano di fuga. È saltato giù dall’edificio e ha fatto perdere ogni sua traccia. O quasi. Gli investigatori sarebbero infatti riusciti a rinvenire impronte di piedi, palmi e avambracci del presunto killer, su cui stanno ancora compiendo accertamenti. «Stiamo facendo tutto quello che possiamo per trovarlo. Non siamo ancora sicuri di dove sia andato, ma siamo fiduciosi nelle nostre abilità di rintracciarlo». 

Trump e la Medaglia della libertà per Charlie Kirk

Intanto, dopo il video di cordoglio pubblicato nella serata di ieri sui social, il presidente americano Donald Trump ha anticipato oggi la decisione di insignire Charlie Kirk della «Medaglia della libertà», la più alta onorificenza civile americana. Oggi, giorno del ricordo dell’attentato alle Torri Gemelle dell’11 settembre 2001, il vicepresidente JD Vance ha disertato le celebrazioni per volare con la moglie nello Utah e portare personalmente le condoglianze della Casa Bianca alla famiglia del giovane attivista Maga. 

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