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Antonio Tajani: «Discutiamo di sanzioni a Israele. Darmi del prezzolato danneggia l’Italia»

13 Settembre 2025 - 08:39 Alessandro D’Amato
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Il ministro degli Esteri: Putin prende in giro Trump

Antonio Tajani è ancora irritato per l’attacco ricevuto al Senato dalla senatrice M5S Alessandra Maiorino. E replica a La Stampa parlando di clima avvelenato: «Darmi del ‘prezzolato’ è un danno anzitutto all’immagine dell’Italia. Dobbiamo abbassare tutti quanti i toni». Il ministro degli Esteri difende la linea del governo sul conflitto in Medio Oriente: «Noi sosteniamo il progetto di ‘due popoli in due Stati’, ma ottant’anni di conflitto non si risolvono coi proclami. Siamo favorevoli a una missione Onu a guida araba e a impegnare militari italiani. Siamo favorevoli al riconoscimento della Palestina, ma ci vogliono condizioni che oggi mancano».

La complicità con Israele

Tajani respinge le accuse di complicità con Israele: «Dal 7 ottobre 2023 in poi non abbiamo più venduto armi a Israele. Qui si confondono armi con componenti meccaniche o chimiche. Il governo Conte ha venduto a Israele più armi di quanto non abbia fatto questo governo». Rivendica invece l’impegno umanitario: «Siamo il Paese che, insieme a Qatar, Egitto, Arabia Saudita e Turchia, ha accolto più feriti da Gaza. Abbiamo fatto entrare camion del World Food Programme quando nessuno riusciva a farne passare uno». Sulle possibili sanzioni Ue a Israele dice: «Siamo disposti a discuterne, vediamo che proposta ci verrà fatta».

Putin e Kirk

Il ministro guarda anche al fronte ucraino: «Daremo il nostro contributo alla missione Nato per proteggere i cieli della Polonia. Non vogliamo aumentare la pressione su Putin con mezzi militari, ma difendere i nostri alleati senza esitazione». Poi, una riflessione sull’omicidio di Charlie Kirk: «Se il linguaggio diventa violento e istiga le persone, presto o tardi qualche mente malata fa quel che è accaduto a Kirk. In una democrazia la libertà di dire ciò che si vuole deve essere garantita a tutti». E l’affondo su Giuseppe Conte per non aver preso le distanze dalle accuse di Maiorino «Il suo silenzio è complice. È stato due volte presidente del Consiglio, mi sarei aspettato un comportamento diverso».

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