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I ritorni tiepidi di Zero, David, Paradiso e Lauro. Anche la Pausini massacra Grignani, a salvarci Salmo e Tropico. Le nostre recensioni

14 Settembre 2025 - 13:29 Gabriele Fazio

Laura Pausini – La mia storia tra le dita

Non sappiamo esattamente quali colpe abbia La mia storia tra le dita di Gianluca Grignani, non sappiamo perché a distanza di sette giorni dall’oltraggiosa versione di Matteo Bocelli, siamo costretti a commentare un’ulteriore invereconda cover di questo pezzo meraviglioso, ma tant’è. Non è che ci aspettassimo niente di che, Laura Pausini disintegra canzoni di colleghi dal famigerato Io canto (2006), una strage che grida ancora vendetta, stavolta però lo fa in quattro lingue diverse, come una hostess che spiega le misure di sicurezza prima del volo, ma meno avvincente. Il brano, passato dalla cura Pausini, ne esce piallato di qualsivoglia forma di significato e intensità, solito karaoke con quel fastidiosissimo intrinseco melodramma nell’interpretazione che rende tutto plastificato. Ma non è tutto, la nostra cambia anche il testo della canzone, o lo sbaglia, siamo ancora indecisi. Non è tanto il ritornello, che cambia in «Ed é per questo che ti vedo fare il duro/In mezzo al mondo per sentirti più sicuro», che potrebbe anche essere un sacrosanto adattamento ad una voce femminile, niente di straordinario. È più quando trasforma «E se davvero non vuoi dirmi che ho sbagliato/Ricorda a volte un uomo va anche perdonato» in «E se davvero non vuoi dirmi che HAI sbagliato/Ricorda a volte un uomo va anche perdonato», una licenza poetica che non ha alcun senso semantico e grammaticale. Ma vabbè, ascoltando questa nuovo vilipendio al capolavoro di Grignani, ci sembra proprio l’ultimo dei problemi.