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La stretta sui cellulari di Valditara scatena l’ironia degli studenti su TikTok: telefoni dei nonni sulle cattedre, Nokia 3310 e Nintendo riesumati – I video

15 Settembre 2025 - 16:30 Ygnazia Cigna
La reazione degli alunni sui social dopo il divieto introdotto dal ministero dell'Istruzione e del Merito

Il suono della campanella è lo stesso di sempre, ma l’anno scolastico che sta prendendo il via in molte regioni ha un retrogusto diverso. Perché oltre ai soliti quaderni immacolati tipici dei primi giorni e agli zaini pieni di libri, la grande novità è l’entrata a pieno regime del divieto dei cellulari in classe. Una rivoluzione silenziosa, sancita dal ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, che mette fine a quel continuo clic di notifiche, messaggi e chat che spesso, seppur di nascosto, si verifica durante le lezioni. Ma le regole, come spesso accade, diventano subito materiale da meme e satira. Su TikTok è boom di video ironici dove studenti e studentesse mostrano i cellulari alternativi da consegnare ai professori, al posto di quelli veri.

Le reazioni degli studenti

Dal mitico Nokia 3310 – indistruttibile e con l’intramontabile gioco Snake – alle cornette dei telefoni a disco recuperati dai nonni, fino a Game Boy e Nintendo Ds riesumati dai cassetti per affrontare le ricreazioni orfane di schermi touch. Insomma, una sfilata di cimeli che ironizzano sul nuovo divieto del ministero. Nessuno, però, si illude che sarà davvero così. La maggior parte dei ragazzi sa bene che non porterà in tasca una cornetta vintage né giocherà a Tetris su un Game Boy durante l’intervallo. Qualcuno, però, sicuramente proverà a lasciare un vecchio cellulare che non usa più al posto di quello personale.

«Sinceramente? A me pare che le nuove norme, se uno vuole rischiare, siano facilmente aggirabili. Fra secondi telefoni, tablet in dotazione per le attività di classe. Non ho notato un’attenzione particolare o tensione su questo aspetto. Per i telefoni cellulari in classe, al momento è più o meno come prima», commenta una studentessa di un istituto tecnico di Terni. «Su quegli stessi tablet a scopo didattico, che magari i primi anni di scuola vengono controllati più attentamente dai docenti, è comunque possibile installare app, navigare e così via», aggiunge. Ma ci sono scuole dove, invece, il controllo è più rigido. «Ora c’è più attenzione da parte dei docenti. E si può arrivare fino alla sospensione più facilmente», riferisce un altro studente.

Il divieto smartphone nelle scuole

Addio scroll compulsivo di TikTok durante l’ora di matematica, arrivederci chat di gruppo di classe che lampeggiano sotto il banco: così, per la prima volta, gli smartphone sono diventati, ufficialmente e a livello nazionale, oggetti proibiti tra corridoi e lavagne. I regolamenti scolastici si sono adeguati con precisione burocratica: armadietti dedicati, raccolta dei dispositivi alla prima ora, punizioni progressive per chi sgarra. Una misura che non fa distinzioni di età: dall’infanzia alle superiori, tutti uguali davanti alla legge scolastica del silenzio digitale. Tranne, ovviamente, gli studenti con disabilità o con esigenze particolari, per cui sono previste deroghe, e quelli degli indirizzi tecnologici, per i quali un cellulare è più strumento di lavoro che distrazione. Ogni scuola ha deciso autonomamente come applicare la regola. C’è chi ha introdotto degli armadietti ad hoc per tenere i cellulari e c’è chi li consegna alla prima ora ai professori e li restituisce solo a campanella finale. In molti istituti, sono state introdotte sanzioni progressive, che possono arrivare fino a quindici giorni di sospensione, a seconda della gravità dell’infrazione. A fine anno si tireranno le fila per capire se il divieto avrà funzionato. Se tra un disegno improvvisato sul diario e qualche battuta in corridoio, tornerà la cara, vecchia noia: quel lusso ormai un po’ antico che costringe a inventarsi qualcosa e a socializzare di persona.

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