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Il paziente zero, il focolaio, i sintomi: a Verona c’è un’epidemia da chikungunya

15 Settembre 2025 - 07:14 Alessandro D’Amato
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46 casi di derivazione autoctona nella provincia, 208 in totale in Italia tra Veneto ed Emilia-Romagna. Ma finora nessun morto

A Verona c’è un’epidemia da chikungunya. 46 casi di derivazione autoctona. Dal 6 agosto, ovvero da quando è stato individuato il paziente zero. Poi l’annuncio dell’Irccs per Malattie infettive e tropicali Sacro cuore di Negrar. Ovvero il contagio di una 64enne di Arbizzano. Che era «priva di una storia recente di viaggi all’estero». Appena 24 ore dopo il secondo: una 39enne di Affi. L’epidemia è cresciuta al ritmo di due casi al giorno fino al numero di oggi. Il virus sarebbe riconducibile al ceppo del Madagascar.

Il paziente zero

«Quasi certamente, il virus è stato portato a Verona da una persona di rientro dall’estero. Tornata in Italia, è stata punta da una zanzara tigre, che a sua volta ha trasferito il virus altrove», spiega a Repubblica Fabrizio Pregliasco, professore di Igiene all’Università di Milano. Si tratta del secondo focolaio dopo quello di Carpi, arrivato a un centinaio di casi. Il totale dei contagi accertati in Italia è 208, divisi tra Veneto ed Emilia-Romagna. 41 associati a viaggi all’estero e 167 autoctoni. L’età media è 60 anni, e per il 47% si tratta di maschi. Finora nessun morto. E dei 46 contagiati nel Veronese soltanto due sono finiti in ospedale e nel frattempo sono guariti.

Il focolaio e i sintomi

«Rispetto a quelli di west nile, i sintomi di chikungunya sono decisamente meno impegnativi: si parla soprattutto di dolori articolari, simili a quelli che possono derivare da un’influenza», spiega Matteo Bassetti, professore di Malattie infettive all’Università di Genova. Il termine chikungunya deriva da una parola di lingua makonde, che significa “ciò che contorce”. Sono partite le campagne di disinfestazione. E sagre e fiere vengono annullate. Rischia anche la «Fiera del riso» di Isola della Scala, al via venerdì – 300 mila persone attese – dato che proprio a Isola della Scala è stato accertato uno degli ultimi casi nella provincia.

Un virus dall’Oceano

Si tratta di un virus che arriva dall’Oceano Indiano. E non ci sono vaccini. «Se dopo tanti anni è arrivato in Italia, vuol dire che sta trovando condizioni favorevoli, vista la tropicalizzazione del nostro clima», aggiunge Bassetti. Il problema sono le zanzare, che ormai «circolano persino fino a novembre». Per fermare l’epidemia bisogna riferirsi alle buone pratiche da sempre consigliate «come tagliare regolarmente l’erba del giardino di casa e svuotare l’acqua dai sottovasi sui nostri balconi, per evitare che si trasformino in autogrill per le zanzare».

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