La morte di Matteo Franzoso: l’allenamento in Cile, il sogno Milano-Cortina 2026 e la sicurezza sulle piste da sci


Un allenamento dall’altra parte del mondo per cercare la neve perfetta anche a settembre. Il sogno di disputare le Olimpiadi di Milano-Cortina 2026 da protagonista. E poi tutto svanito, contro una staccionata in legno, troppo vicina a una pista su cui si possono raggiungere anche i 130 km/h. Così si è spento Matteo Franzoso, il 25 enne genovese, che oggi avrebbe compiuto 26 anni, sulle piste di allenamento a La Parva, in Cile, dove la Nazionale di velocità era in ritiro per un mese di preparazione.
L’incidente
Sabato scorso, durante una discesa di allenamento, Franzoso ha perso il controllo degli sci sul primo salto del tracciato. Una spigolata lo ha sbalzato oltre le reti di sicurezza, facendolo impattare contro una barriera frangivento, una semplice staccionata posta a pochi metri dal limite della pista. Il trauma cranico e il conseguente edema cerebrale si sono rivelati fatali. Trasferito in elicottero in una clinica di Santiago e posto in coma farmacologico, il suo cuore ha smesso di battere ieri pomeriggio, poco dopo l’arrivo in Cile dei genitori, Marcello e Olga. A stargli vicino negli ultimi istatni della sua vita anche il fratello Michele, anche lui sciatore, che si è precipitato in Cile appena ricevuta la notizia. Di fronte al tragico incidente, il gruppo azzurro in ritiro a La Parva, ha subito sospeso gli allenamenti e alcuni di loro potrebbero fare rientro in Italia.
La carriera di Matteo Franzoso
Cresciuto tra le montagne di Cesana Torinese dopo l’infanzia a Genova, Franzoso aveva scalato le categorie giovanili fino ad approdare alla Coppa del Mondo, dove aveva collezionato 17 presenze tra superG e discesa libera. Nel 2023 aveva conquistato il suo massimo risultato: il titolo italiano di combinata. Ora l’obiettivo era uno solo, quello di cenntrare la qualificazione per le Olimpiadi casalinghe di Mialno-Cortina 2026. «Era un ragazzo umile, sorridente, che aveva sacrificato gran parte della sua gioventù al sogno di diventare un grande atleta» ha affermato Alessandro Garrone, presidente dello Sci Club Sestriere, sentito da Repubblica.
La sicurezza sulle piste
La dinamica dell’incidente costinge, nuovamente, tutto il settore dello sci ad interrogarsi sulla sicurezza della disciplina: «la tecnica, i materiali, le prestazioni si evolvono sempre di più e tendono a trasformarlo ormai in uno sport estremo, in cui ogni centesimo conta. Ma le regole, i dispositivi per la sicurezza, le protezioni delle piste ed i controlli devono adeguarsi, correre altrettanto velocemente» avverte Garrone. È infatti un tema di discussione negli ambienti l‘eccesiva velocità che permettono di raggiungere gli sci di ultima genrazione. La tragedia di Franzoso si aggiunge a quelle di Matilde Lorenzi, Marco Degli Uomini e Margot Simond, giovani vite spezzate in pista nell’ultimo anno.