L’incidente di Franzoso, Innerhofer racconta: «Ho visto lui dalla seggiovia, sono andato fuori di testa»


«Non mi interessa allenarmi, non potrei farlo. Non ho le forze, come faccio a pensare a sciare? I risultati contano zero in confronto alla vita perduta. Voglio andare al funerale di Matteo, cercare nel mio piccolo di stare vicino alla sua famiglia». Così il velocista azzurro Christof Innerhofer, 41 anni, racconta lo shock che ha travolto lui, e tutta la squadra azzurra, a seguito dell’incidente che è costato la vita a Matteo Franzoso. «Sono andato fuori di testa, non riesco neanche a dormire. La prima notte ho camminato fino alle quattro del mattino, la seconda sono rimasto in palestra per sfogarmi. Sono distrutto» racconta in un’intervista a Repubblica.
L’incidente visto dalla seggiovia
Ripercorrendo gli istanti che hanno portato Franzoso a perdere il controllo degli sci a seguito di un dosso, Innerhofer racconta: «Quando ero al traguardo ho sentito che Matteo era caduto sul salto, ma non sapevo come, dove, cosa. Sono sceso due minuti prima di Matteo e stavo risalendo per fare il secondo giro sulla pista. Risalendo in seggiovia ho visto cosa era successo e sono andato fuori di testa. Ho visto le persone intorno a lui, ho capito subito la gravità dell’incidente». Quel dosso sulla velocissima pista di La Parva non era in realtà un grosso ostacolo: «Era un dossettino che alleggeriva un po’ i discesisti quando arrivavano, poi c’era una curva verso sinistra. Credo che lui sia andato dritto. Non era un passaggio difficile, però se commetti un errore, vai sugli spigoli o sulle punte degli sci in pochi centesimi di secondo, prendi la direzione sbagliata e vai fuori pista…». E proprio quel piccolo errore è stato enormemente ingigantito nelle sue conseguenze da quella staccionata troppo vicina alla pista che Franzoso ha impattato violentemente.
Innerhofer: «Un momento così non l’ho mai vissuto»
Ora per Innerhofer e per tutta la delegazione azzurra è difficile pensare al futuro e anche alle prossime Olimpiadi di Milano-Cortina 2026. Il dolore per la morte di Franzoso, «un ragazzo per bene e allegro», è troppo forte. «Un momento così non l’ho mai vissuto» dice Innerhofer, ma l’asso italiano della specialità è convinto di potersi rimettere in piedi anche dopo questa batosta: «Mi rialzerò come ho fatto mille volte e cercherò di dare il meglio di me».