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Whitney Houston riesumata grazie all’Intelligenza Artificiale: pronto un tour americano

18 Settembre 2025 - 14:25 Gabriele Fazio
La piattaforma Moises estrarrà la voce della cantante scomparsa nel 2012 per poi farla accompagnare da un'orchestra per un mini tour americano che toccherà sette città.

Gli eredi di Whitney Houston hanno in programma di riportare la cantante scomparsa sul palco. Il progetto, intitolato The Voice of Whitney, verrà sviluppato tramite la piattaforma Moises, specializzata proprio nella manipolazione e creazione di musica, che estrarrà la voce della cantante scomparsa nel 2012 per poi farla accompagnare da un’orchestra per un mini tour americano che toccherà sette città. Il progetto sarà realizzato in collaborazione con Primary Wave Music, che gestisce il catalogo della cantante, e Park Avenue Artists, che invece, evidentemente anche in questa fase post mortem, cura gli interessi dell’artista. «Sapevamo che dovevamo farlo per bene – ha affermato Pat Houston, esecutore testamentario – Moises ha valorizzato l’idea con il cuore, la cura e l’eccellenza creativa che Whitney ha sempre incarnato. Il risultato è qualcosa di davvero speciale: un regalo per i fan di lunga data e un’introduzione potente per una nuova generazione che sta scoprendo la sua voce». «Questo progetto dimostra come gli artisti storici e i loro eredi possano creare esperienze significative per gli amanti della musica attraverso l’uso ponderato della tecnologia dell’intelligenza artificiale – ha aggiunto Ross Michaels, co-presidente di Park Avenue Artists – The Voice of Whitney è la prima di numerose collaborazioni pianificate che utilizzeranno l’intelligenza artificiale per illuminare nuove dimensioni del lavoro di un artista. È un esempio lampante di come l’intelligenza artificiale possa onorare l’eredità degli artisti arricchendo al contempo l’esperienza del pubblico in modi belli e rispettosi».

Nel frattempo la discografia combatte per i propri diritti contro l’AI

Se la notizia di un nuovo progetto riguardante una delle più intense voci della storia del pop mondiale creerà un’inevitabile ondata di entusiasmo, il tutto avviene mentre l’intera industria musicale, a ogni livello, affronta forti dubbi riguardo l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale in musica. Questo perché l’AI tratta la musica esattamente come altri settori: raccoglie dati e parte da quella base di “già esistito” per la creazione di nuove composizioni. Basta giocherellare con le più comuni piattaforme per rendersi conto degli evidenti riferimenti a voci e stili che esistono già. Per questo si fanno sempre più frequenti le proteste di chi non esulta all’idea che il proprio patrimonio artistico sia depredato con tale facilità. A febbraio più di mille musicisti (tra cui Kate Bush, Damon Albarn ed Annie Lennox) hanno pubblicato un album silenzioso intitolato Is This What We Want? come protesta contro le proposte di cambiamento delle leggi sul copyright nel Regno Unito. In USA centinaia di artisti (tra cui Billie Eilish, R.E.M., Nicki Minaj e Stevie Wonder) hanno firmato una lettera aperta tramite l’Artist Rights Alliance denunciando che l’IA sta usando il lavoro creativo di artisti senza autorizzazione, svalutando i diritti degli autori.

I live post mortem sono il futuro?

Whitney Houston è scomparsa all’età di 48 anni l’11 febbraio 2012 in una stanza del Beverly Hilton Hotel di Beverly Hills. Eppure per tre anni, dal 2020 al 2023, era ancora possibile andare a sentirla cantare in un teatro, per quello che fu uno dei primi tour “postumi” della storia della musica, l’An Evening with Whitney: The Whitney Houston Hologram Tour. In pratica si è trattato di un tour di 54 date tra USA e Europa (ma non ha fatto tappa in Italia) portato avanti grazie ad un’ologramma dell’artista, un progetto che rende inevitabile chiedersi quale sia il confine tra macabro e fanatismo. Forse la risposta a questa domanda si può trovare nei 36 milioni di dollari in vendite di biglietti accumulati dagli eredi di Whitney Houston (dato che gli ologrammi non prendono cachet), nella residenza a Las Vegas, dal 26 ottobre 2021 al 12 giugno 2022, all’Harrah’s Showroom. Ma la cantante e attrice di Newark non è la prima ad essere stata artisticamente riesumata, il primo è stato infatti Buddy Holly, nel 2018 anche il suo ologramma venne mandato in tour. Storica l’apparizione al Coachella del 2012 di Tupac Shakur durante il set di Dr. Dre e Snoop Dogg. Due anni dopo Michael Jackson si manifestò ai Billboard Music Awards. Perfino la divina Maria Callas è stata protagonista di una serie di show definiti “olografici”, dal titolo Introducing Callas in Concert. A questo punto ci si chiede se e quando (più quando che se), grazie all’Intelligenza Artificiale, anche sulla scia di movimenti musicali e conseguentemente commerciali giganteschi come la reunion degli Oasis, che fortunatamente godono di ottima salute, non esploderà il mercato dei morti. Faremo presto la coda, anche solo per soddisfare la nostra curiosità, per guadagnarci la prima fila al concerto dei Beatles o Elvis? La strada intrapresa sembrerebbe andare in quella direzione.