Il duetto con Matteo Bocelli e lo scontro con Laura Pausini, Gianluca Grignani farà causa alla cantante romagnola: il nodo della canzone “proibita”


I dissapori tra Gianluca Grignani e Laura Pausini si potrebbero riassumere in sei brevissime parole: La mia storia tra le dita. È il nome della canzone, scritta e cantata dall’artista milanese, che questa estate la vincitrice di Sanremo 1993 ha deciso di reinterpretare in differenti forme. Apparentemente senza chiedere il consenso al suo artista padre, tanto che Grignani sarebbe pronto ad adire le vie legali e portare in tribunale la ormai ex amica.
Lo scontro sulla cover della canzone
Che il primo screzio si sia trasformato in vera e propria battaglia tra i due cantanti lo rivela Gabriele Parpiglia, esperto di gossip e spettacolo. «Una storia fatta di comunicazioni mancate, bruciature sui tempi di lancio e soprattutto decisioni unilaterali che hanno ferito profondamente l’artista milanese», scrive nella sua newsletter. Laura Pausini aveva annunciato il suo nuovo singolo, o meglio la cover della canzone La storia tra le dita, a metà luglio. Così facendo, ha però involontariamente (o meno) anticipato di qualche giorno il grande annuncio che aveva in serbo Grignani, che di lì a poco sarebbe uscito con Mi historia entre tus dedos in duetto con Matteo Bocelli.
L’accusa e la causa civile
Secondo quanto ha anticipato Giorgio Tramacere, avvocato del cantante milanese, Grignani sarebbe rimasto particolarmente spiazzato dalla scelta di Laura Pausini. Più volte lui infatti si era rifiutato di realizzare la cover della canzone in francese. La 51enne di Faenza, facendo l’esatto opposto, è uscita con canzone e videoclip senza comunicarlo a Grignani. In tutta risposta, dopo qualche scontro social, sarebbe pronta la causa civile per presunta violazione dell’articolo 20 della Legge sul Diritto d’Autore. Secondo il dettato normativo, infatti, «l’autore conserva il diritto di rivendicare la paternità dell’opera e di opporsi a qualsiasi deformazione, mutilazione od altra modificazione, ed a ogni atto a danno dell’opera stessa, che possano essere di pregiudizio al suo onore o alla sua reputazione». Una regola a cui Pausini non si sarebbe attenuta.