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Tajani al Festival di Open: «Tassare le banche? Misura sovietica, la pagheremmo in Borsa». E su Israele apre a (tutte) le sanzioni Ue – I video

20 Settembre 2025 - 17:06 Sofia Spagnoli
Il vicepremier sul palco di Parma: «La Russia ci sfida, ma la Nato è pronta». La Flotilla per Gaza? «Non possiamo certo scortarla con la Marina»

«Io sono contrarissimo a tassare l’extraprofitto, perché è un concetto che non esiste a livello giuridico: le banche devono pagare le tasse come tutti gli altri». Così il vicepremier e leader di Forza Italia Antonio Tajani ha risposto a distanza al Festival di Open alla Lega e a Giancarlo Giorgetti, che dallo stesso palco poche ore prima aveva ribadito la necessità di un «pizzicotto» alle banche nella prossima manovra. «Tassare gli extraprofitti significa dare un messaggio negativo, spaventare i mercati. Non solo si farebbe un danno alle banche, ma anche alla Borsa, allontanando gli investitori. Si spaventa il mondo della finanza con questa smania di tasse e con una logica un po’ sovietica di parlare di extraprofitti», ha affondato il colpo Tajani nel corso dell’intervista condotta da Franco Bechis e Simone Disegni. Che si è concentrata e molto anche sui grandi nodi e conflitti globali, che Tajani segue da ministro degli Esteri.

«Tregua in Ucraina? Mai stato ottimista sui tempi»

A dominare le preoccupazioni dei leader europei continua a essere la guerra in Ucraina e le provocazioni militari russe anche nei confronti della Nato, dopo l’ultima violazione dello spazio aereo dell’Estonia. «Putin non vuole una guerra, ma intende dimostrare la sua forza e far capire che l’Europa è debole – ha spiegato Tajani – Ma abbiamo dimostrato ancora che, in caso di violazioni dello spazio aereo, la Nato interviene nel giro di pochi minuti. La reazione di ieri è stata pronta e decisa». Quanto all’efficacia dei pacchetti di sanzioni europee nei confronti della Russia, Tajani ha riconosciuto che «non hanno avuto un effetto pienamente positivo, ma se i russi si lamentano significa che qualche danno l’hanno subito». E se i negoziati russo-ucraini sono finito in un vicolo cieco, il ministro ammette con un certo sconforto di non essere in realtà «mai stato ottimista sui tempi». Il vertice di Ferragosto in Alaska tra Trump e Putin «è servito per capire che c’è una luce in fondo al tunnel, ma il tunnel è ancora lungo: prima della fine dell’anno non ci saranno svolte».

Gli errori dell’Onu sulla Russia

Per il vicepremier, parte della degenerazione del conflitto in Ucraina negli ultimi anni è da imputare alle istituzioni internazionali. Tajani punta il dito contro le Nazioni Unite: «Chi doveva fare di più erano le Nazioni Unite – osserva – dovevano individuare rappresentanti occidentali in grado di chiudere un accordo. Io avevo proposto i nomi di Merkel e Berlusconi, filo-occidentali e incardinati nel sistema Nato, ma entrambi amici di Putin. Se l’Onu, invece di sonnecchiare, avesse agito tempestivamente e nominato due inviati speciali, forse si sarebbe potuto scongiurare il peggio».

La posizione dell’Italia sulle sanzioni Ue a Israele

Un passaggio anche sulle sanzioni contro Israele, su cui cui i governi europei dovranno presto esprimersi sulla base della proposta messa sul tavolo dalla Commissione Ue. Tajani dà voce dal palco di Open alla posizione dell’Italia, in questi termini: «Siamo favorevoli alle sanzioni europee contro ministri violenti, coloni aggressivi e membri di Hamas. Siamo invece pronti a discutere eventuali sanzioni economiche e finanziarie nei confronti di Israele». E quanto al riconoscimento della Palestina, Tajani precisa che l’esecutivo non intende al momento seguire i passi di altri governi europei con questa mossa perché «al momento uno Stato palestinese non esiste: dobbiamo lavorare per creare lo Stato palestinese sotto la bandiera delle Nazioni Unite».

Il destino della Global Sumud Flotilla

Una domanda poi, sulla Global Sumud Flotilla, l’iniziativa internazionale a sostegno della popolazione di Gaza, che sta continuando la sua rotta nel Mediterraneo con un obiettivo dichiarato: portare attenzione e solidarietà alla Striscia. «Mi auguro che non succeda nulla. Abbiamo chiesto al governo israeliano di tutelare cittadini e parlamentari italiani. Ora bisogna vedere cosa farà la Flotilla. Se per gli israeliani si commette un reato, il rischio è arresto ed espulsione. Ma noi più di così non possiamo fare. Non è che possiamo dichiarare guerra a Israele e accompagnare con la Marina militare la Flotilla, violare il blocco navale di Israele e rischiare magari uno scontro a fuoco con le loro forze».

L’invasione di campo di Salvini

Un breve passaggio poi sull’invasione di campo di Matteo Salvini, che – in qualità di vicepremier – in più occasioni ha espresso pareri contrastanti rispetto all’esecutivo su questioni internazionali, con posizioni spesso “comprensive” con la Russia di Vladimir Putin. «La linea politica è chiara – sottolinea Tajani – e la definiscono il Presidente del Consiglio insieme al ministro degli Esteri. Possono esserci opinioni e sfumature diverse, ma la linea politica è una sola ed è quella indicata dal presidente Meloni».

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