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Rapiscono un disabile e lo torturano per ore, l’orrore a Pompei «per divertimento»: il gioco crudele in piscina di due 20enni

20 Settembre 2025 - 12:53 Giovanni Ruggiero
auto polizia
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Due persone sono state arrestate, accusate di sequestro di persona e lesioni personali aggravate. La procura contesta l'aggravante dei «motivi abietti e futili»

Hanno rapito per strada un disabile e lo hanno torturato per almeno due ore un disabile «per divertimento» due 20enni arrestate dalla polizia di Pompei. I fatti risalgono all’agosto 2024 e si sarebbero svolti in una casa a Torre Annunzia, nel Napoletano. I due avrebbero costretto la vittima con la forza a salire sulla loro auto in pieno giorno. L’uomo è stato portato nell’abitazione di uno degli aggressori, dove ha subito violenze per ore.

Il sequestro per strada e il gioco crudele in piscina

Come emerge dall’ordinanza del gip del tribunale di Torre Annunziata, i due avrebbero coperto la bocca della vittima per impedirle di chiedere aiuto, arrivando persino a metterle un braccio intorno al collo. Una volta nell’abitazione, gli sono stati sottratti cellulare e chiavi di casa, privandolo di ogni possibilità di fuga per circa due ore. In casa, l’uomo è stato ripetutamente offeso con insulti, picchiato e poi gettato nella piscina presente nell’abitazione. La vittima non sapeva nuotare e, nonostante urlasse e chiedesse aiuto dicendo di non riuscire a respirare, sarebbe stata costretta con la forza a rimanere in acqua. Le lesioni riportate dalla vittima hanno interessato diverse parti del corpo. Alla fine dell’incubo, l’uomo è stato abbandonato in un fondo agricolo.

L’aggravante dei «motivi abietti e futili»

La Procura di Torre Annunziata sottolinea un aspetto che rende questa vicenda ancora più sconcertante: i due indagati avrebbero agito «per motivi abietti e futili, all’esclusivo fine di diletto, con sevizie e crudeltà inutilmente inferte ad una persona disabile e approfittando della sua minorata capacità che ne limitava la possibilità di difesa». Nei confronti dei due la procura contesta i reati di sequestro di persona e lesioni personali aggravate. Uno degli indagati ha ricevuto la notifica dell’ordinanza di custodia cautelare direttamente nel carcere di Poggioreale, dove si trovava già detenuto per un altro procedimento penale.

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