Francia, il politico cattolico beccato con un escort boy e il sindaco che voleva ricattarlo con soldi pubblici


Un escort boy, una telecamera nascosta e un’accusa di ricatto. Sono questi gli ingredienti di un processo che partirà oggi in Francia. E che vede alla sbarra il sindaco di Saint-Etienne Gaël Perdriau, 53 anni, espulso dal partito di destra Les Républicains. Il quale, secondo l’accusa, avrebbe usato fondi pubblici per finanziare un video che mostrava un rivale politico mentre si accompagnava con un prostituto. I reati contestati a lui e ad alcuni suoi stretti collaboratori sono ricatto, associazione a delinquere e appropriazione indebita di fondi pubblici.
Sesso, bugie e sextapes
Lui ha parlato con l’Afp per professare la sua innocenza: «Devo liberarmi di questa spada di Damocle» prima delle elezioni del marzo 2026. Altrimenti «la campagna dei miei avversari» si concentrerà solo sugli elementi del dossier. Trapelati in modo «parziale e di parte», ha aggiunto. Lo scandalo risale all’agosto 2022 e l’ha fatto scoppiare la rivista d’inchiesta online Médiapart. Basandosi sulle confessioni di un “pentito”, il sito ha parlato del complotto per azzittire Gillers Artigues, allora deputato di Perdriau. Artigues, cattolico centrista e contrario al matrimonio omosessuale, è stato filmato a sua insaputa nel gennaio 2015 mentre si trovava in una stanza d’albergo con un escort boy.
Il caso Artigues
Negli anni successivi il video è stato utilizzato per fermare le sue ambizioni politiche. Dopo la pubblicazione della storia Artigues ha presentato una denuncia per ricatto aggravato. Sono seguite le indagini fatte di intercettazioni telefoniche e perquisizioni. Poi, a giugno, la richiesta di rinvio a giudizio del sindaco insieme al suo ex capo di gabinetto Pierre Gauttieri, al suo ex vice all’Istruzione Samy Kéfi-Jérôme e all’ex compagno di quest’ultimo, Gilles Rossary-Lenglet. Quest’ultimo è proprio la fonte di Médiapart. Dopo aver rotto con il compagno ed essere rimasto senza lavoro e con problemi di salute, si è presentato ai giornalisti con il sex tape intitolato Societé taxi.
Societé taxi
E ha raccontato che il sindaco e il suo braccio destro avevano concluso un accordo elettorale per riprendere la città nel 2014. Ma avevano paura che Artigues tentasse di emanciparsi. Allora ne avevano parlato con l’assessore all’istruzione. Gilles Rossary Lenglet ha ammesso di aver avuto allora l’idea di incastrare Artigues «sul piano morale». Davanti agli inquirenti, Samy Kéfi-Jérôme ha ammesso di aver attirato Artigues nella camera d’albergo e di aver nascosto una telecamera. Dopo le iniziali smentite, il capo di gabinetto ha ammesso il suo coinvolgimento e di aver pensato di compromettere un altro avversario, l’ex sindaco di Saint-Étienne Michel Thiollière, con una prostituta minorenne, senza però concludere il piano.
I soldi pubblici
Soprattutto, i Républicains hanno abbandonato Gaël Perdriau, che, a suo dire, ha dato il “via libera” al complotto e ne ha preso in carico l’aspetto finanziario. Secondo le conclusioni degli inquirenti, consultate dall’AFP, la trappola è stata effettivamente finanziata con 40 mila euro di fondi comunali, tramite sovvenzioni erogate dalla riserva del sindaco a due associazioni, che fungevano da “compagnia di taxi”. Due coppie, a capo di queste associazioni, saranno processate. Ignare dell’esistenza del video, hanno trasferito le sovvenzioni a Rossary-Lenglet, che le ha utilizzate per pagare il ragazzo accompagnatore con cui Artigues è stato filmato.