Ultime notizie AtleticaCharlie KirkFestival di OpenGazaGlobal Sumud FlotillaMarcell Jacobs
ATTUALITÀAnconaGazaInchiesteMarcheSanitàScioperiTumori

Il caso della malata di cancro e l’intervento rinviato all’ultimo: «L’anestesista ha scioperato per Gaza»

25 Settembre 2025 - 11:33 Giulia Norvegno
truffa-dipendente-ospedale-bologna
truffa-dipendente-ospedale-bologna
La notizia scoperta dalla paziente di Ascoli il giorno stesso dell'agitazione dello scorso 22 settembre. L'amarezza della donna: «Per un malato di cancro, una settimana è davvero tanto»

La mastectomia per la signora E.M. era programmata da tempo all’ospedale di Torrette ad Ancona. Ma è saltato all’ultimo momento, perché l’anestesista aveva aderito allo sciopero per Gaza luned’ 22 settembre scorso. La donna, libera professionista di Ascoli di 40 anni, si è vista rimandare di una settimana l’operazione, restando con il tumore al seno in corpo per altri sette giorni. «Per un malato di cancro è un tanto tempo», dice la donna al Corriere Adriatico.

Il rinvio del “giorno della liberazione”

La donna era stata ricoverata il giorno prima e tutto era pronto per l’intervento delle 14. Arrivata da Ascoli accompagnata dal compagno, parenti e amici, si era già sottoposta alla procedura di identificazione del linfonodo sentinella – un esame che utilizza un isotopo radioattivo per individuare il primo linfonodo ascellare da analizzare. Un passaggio fondamentale per capire se il carcinoma ha iniziato a diffondersi dal seno al resto del corpo. «Ero stata ricoverata il giorno prima e sarei dovuta entrare in sala operatoria alle 14», racconta al Corriere Adriatico. Poi la doccia gelata: «Alle 14 è salito in reparto il primario di Senologia (il dottor Lenti, ndr) e mi ha detto che l’anestesista aveva aderito allo sciopero per Gaza e che il mio intervento era stato spostato di una settimana».

La battaglia contro un carcinoma infiltrante

E.M. combatte contro un carcinoma infiltrante scoperto a febbraio 2025. Alle spalle aveva già 16 sedute di chemioterapia e ora doveva affrontare il momento decisivo: la rimozione chirurgica del tumore. La procedura del linfonodo sentinella, già completata, dovrà essere ripetuta a causa del rinvio. «Lunedì ho pianto sempre», racconta la donna al quotidiano marchigiano. «Un malato oncologico non può ricevere certe notizie col terrore che il cancro possa ripartire». Nonostante le rassicurazioni dei sanitari sull’assenza di effetti collaterali legati al rinvio, la donna non nasconde il proprio sconforto: «Una settimana, per un malato di cancro, è veramente tanto. Finché il tumore rimane dentro di te, la paura è devastante».

Lo scontro tra il diritto alla salute e quello allo sciopero

«È fastidioso pensare che un intervento come questo possa essere considerato non di primaria importanza», si sfoga E.M. «Scioperare è sacrosanto, ma fin dove si può spingere questo diritto? Fino a mettere a rischio la vita delle persone?», si domanda. E aggiunge una riflessione amara: «La protesta è legittima ma vorrei capire se avrebbe comunque scioperato se fosse stato un suo parente a dover essere operato».

Perché l’anestesista non è stato sostituito

La 40enne ascolana non è stata l’unica vittima della giornata di protesta. In Senologia almeno altre due donne hanno visto rimandare le proprie operazioni per lo sciopero dell’anestesista e di alcuni infermieri. Il cambio turno dell’ultimo momento non era praticabile: «Il lavoratore che sciopera non può essere sostituito», spiega la paziente. «E anche volendo, un cambio turno non si sarebbe potuto effettuare a pochi minuti da un intervento».

La risposta della direzione sanitaria

Claudio Martini, direttore sanitario dell’Azienda Ospedaliero Universitaria delle Marche, ha fornito la versione ufficiale: «Dei tre interventi saltati in Senologia, quello in oggetto era quello più serio clinicamente ma un rinvio di qualche giorno non cambia la prognosi». «Gli interventi non effettuati, procrastinabili e non urgenti, saranno recuperati nei primi giorni della prossima settimana», assicura Martini. Sulla possibilità di trovare sostituti, il dirigente è chiaro: «Se qualcuno decide di scioperare, lo fa ad inizio turno. Non è tenuto a comunicarlo prima. L’organizzazione non può garantire una sostituzione immediata».

leggi anche