La lite Grignani – Pausini e il giallo dell’autorizzazione a cambiare il testo della canzone. La Warner: «Ce l’abbiamo». I dubbi degli avvocati e cosa succede ora


La giornata di ieri è stata caratterizzata da un nuovo round nella bagarre tra Gianluca Grignani e Laura Pausini. L’oggetto della discordia è, come ormai noto, la cover de’ La mia storia tra le dita firmata dalla cantante di Faenza e uscita due settimane fa, maldigerita dal cantautore quando si è accorto che alcuni passaggi nel testo erano stati modificati, causando la presunta distorsione del significato del pezzo. Dopo lo scontro diretto tra i due artisti tramite social, Grignani è passato alle vie legali annunciando l’intenzione di portare in tribunale la collega per violazione del diritto d’autore. «Vorrei che si sapesse che mi dispiace, ma sono stato costretto a farlo – ha dichiarato il cantautore al Messaggero qualche giorno fa – Non sono un bellicoso, ma non avevo alternativa. Laura non mi ha fatto ascoltare prima il brano. Così mi sono reso conto delle modifiche sul testo solamente grazie alle segnalazioni dei fan, quando la canzone è uscita. Mi sono preso del tempo per riflettere. E quando ho realizzato che la parte semantica è stata stravolta a tal punto che la canzone stessa ha perso il suo significato, ho capito che non potevo restare in silenzio». Laura Pausini ha affidato la risposta al suo entourage, che ha provato a smorzare la situazione definendo il protrarsi di questa storia «ridicolo».
La nota della Warner Chappell Music Italiana e la nuova risposta di Grignani
Ieri poi, probabilmente con l’intento di porre fine alla questione, è intervenuta con una nota ufficiale la Warner Chappell Music Italiana, editore del brano, dichiarando che «Le versioni del brano La mia storia tra le dita interpretate da Laura Pausini sono state realizzate da Gente Edizioni Musicali dopo aver ottenuto tutti i diritti e le autorizzazioni necessarie». Non si è fatta attendere la risposta dell’avvocato Giorgio Tramacere, che segue gli autori del brano Gianluca Grignani e Massimo Luca, che si dicono «sconcertati dalla nota diffusa dalla Warner Chappell Music» e secondo i quali le affermazioni riportate nella suddetta nota sono «totalmente false». «Nessuna autorizzazione alla modifica del testo dell’opera – si legge nella nota – è mai stata rilasciata dagli autori tant’è che, nonostante la diffida già inoltrata e il clamore mediatico, tali asserite autorizzazioni non sono mai state esibite. Tanto premesso, poiché la nota diffusa è gravemente lesiva della reputazione degli autori, i signori Gianluca Grignani e Massimo Luca comunicano che procederanno nei confronti del legale rappresentante della Warner Chappell Music per il reato di diffamazione aggravata a mezzo stampa». Anche la Warner Chappel Music Italiana dunque finisce nel mirino di Grignani che, in questo è chiaro, non contesta l’utilizzo del suo brano, d’altra parte si tratta della seconda cover della stessa canzone uscita nell’arco di una settimana (la prima era firmata, ma in featuring e senza alcun ritocco, con Matteo Bocelli) ma la modifica del testo.
Legalmente, tutto dipende se il significato del brano viene stravolto
Per capirci qualcosa in più su come potrebbe andare a finire questa storia, Open ha contattato lo Studio Legale Previti di Roma, uno dei più importanti in Italia per quanto riguarda il diritto d’autore. L’avvocato Flaviano Sanzari spiega: «Le modifiche operate da Laura Pausini al brano appaiono, da quello che si legge sui giornali, di lieve entità, ovvero non in grado di operare un vero stravolgimento semantico tale da integrare la violazione del diritto dell’autore sul proprio testo. Facendo un passo indietro, va osservato che si è trattato di una cover, il che vuol dire che comunque Laura Pausini ha attribuito paternità di testo e musica a Gianluca Grignani, l’autore legittimo, mentre a lei andranno solo i diritti connessi in qualità di artista interprete della “reinterpretazione”. La legge però prevede che per modificare un testo il cantante-interprete-esecutore deve chiedere l’autorizzazione all’autore. Nel caso di specie, sembrerebbe che la Pausini abbia operato modifiche in autonomia. Quindi, quando Grignani dice “Lei non me l’ha fatto sentire” sottolinea la mancanza di una autorizzazione a procedere alle modifiche, che forse avrebbe negato se avesse sentito il testo attuale. Starà comunque ad un giudice valutare se l’entità della modifica possa comportare uno stravolgimento semantico tale da poter ledere anche i diritti morali dell’autore e portare persino ad un’inibitoria, ovvero se si sia trattato di licenze poetiche compatibili nell’arrangiamento della cover».