Simona Bortoletto investita e uccisa mentre era con il figlio, : «Aveva una relazione con chi l’ha investita». Prima la lite, poi il finto soccorso


Il giovane che ha investito e ucciso con la sua Smart la 34enne Simona Bartoletto non passava lì per caso. L’uomo, Cristiano Maggetti anche lui 34enne, conosceva molto bene la vittima, travolta nei pressi di Fiumicino mentre passeggiava mano nella mano con il figlio di 8 anni. Anzi i due erano stati legati sentimentalmente. Quello che a prima vista era sembrato un tragico incidente, nello spazio di due giorni si è trasformato in un vero e proprio giallo. Il sospetto ora è che si possa trattare non di omicidio stradale bensì di femminicidio.
La lite a casa dell’uomo, poi l’impatto letale a bordo strada
Secondo alcuni testimoni, Simona Bartoletto e l’uomo avevano litigato nell’abitazione di lui poco prima delle 20 di martedì 23 settembre, dopo che i due si erano visti per cena con i rispettivi figli. Poi la donna, preso il figlioletto, si era incamminata lungo via Redipuglia a Fiumicino, in zona Isola Sacra. Qui è stata colpita violentemente da un’auto di piccole dimensioni in un tratto di strada poco illuminato e senza marciapiede. Il piccolo è rimasto illeso, la 34enne operatrice aeroportuale invece è stata trascinata per diversi metri ed è morta sul colpo. Dopo averla centrata in pieno, Cristiano Maggetti è sceso di fretta dalla vettura e si è avvicinato per prestare soccorso. Un’azione che, alla luce delle nuove ipotesi, sembrerebbe una messinscena per coprire il gesto volontario. L’uomo, è emerso dalle indagini, indossava da un anno e mezzo il braccialetto elettronico dopo essere stato denunciato dalla ex compagna.
La versione di Cristiano Maggetti: «Mi si è buttata in mezzo»
Diversa la versione che il 34enne ha raccontato a La vita in diretta su Rai 1: «Abbiamo cenato qui, abbiamo mangiato insieme con i bambini e tutto quanto. Lei è andata via, io stavo a casa con i bambini, proprio con mia figlia ero rimasto. Non avevo le sigarette. Ho detto: “Esco a prenderle” le sigarette’”, e sono uscito con la macchina». A quel punto, portando con sé la figlia, l’uomo avrebbe investito la ex compagna: «Non lo so spiegare nemmeno io quello che può essere successo. Non lo so se mi si è buttata in mezzo alla strada per salutare. È stato un secondo. Ho visto il vetro che è scoppiato e sono sceso dalla macchina. È l’unica cosa che mi ricordo. Io ho la coscienza pulita perché non ho fatto niente. Io camminavo per la strada mia». Ma per la polizia, la donna sarebbe sempre rimasta sul ciglio della strada.
L’accusa di omicidio stradale e il nodo del dolo
Al momento la procura di Civitavecchia non ha ancora alzato il tiro e il fascicolo rimane aperto per omicidio stradale. Il 34enne, dopo essersi sottoposto all’alcol test, era risultato positivo. Gli investigatori hanno comunque sequestrato i telefoni della vittima e dell’investitore e nei prossimi giorni li passeranno al setaccio. Se il dolo dovesse essere confermato, l’accusa passerà a omicidio volontario.