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Flotilla, l’attivista italiana Moscarelli: «Aiuti per Gaza? Non è obiettivo principale: vogliamo rompere il blocco navale»

26 Settembre 2025 - 18:16 Ugo Milano
global sumud flotilla gaza blocco navale
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A esplicitare l’obiettivo della spedizione umanitaria è stata Simona Moscarelli: «Vogliamo che questo genocidio cessi il prima possibile. Il nostro è un atto politico»

«Il nostro è un atto politico» dice senza giri di parole Simona Moscarelli della Global Sumud Flottila ai delegati della Cgil a Roma. Dopo i ripetuti rifiuti a valutare una variazione nella rotta della flotta diretta a Gaza, con l’invito a fermarsi a Cipro per consegnare gli aiuti a mediatori del Vaticano, l’operatrice umanitaria, che collabora con Emergency e l’agenzia Onu per le Migrazioni (Iom) ha messo in chiaro che gli aiuti per la popolazione di Gaza in realtà non sono la priorità delle navi diretta verso la Striscia. «Vogliamo creare un corridoio umanitario stabile, vogliamo rompere il blocco navale degli israeliani». Se riuscisse nell’intento di superare il limite delle 12 miglia dalla costa della Striscia, la Flotilla diventerebbe la prima missione pacifica a entrare nelle acque che sono sotto il controllo di Israele da ormai sedici anni.

La missione della Flotilla: «Non è solo portare aiuti»

«È vero che stiamo portando degli aiuti umanitari a Gaza, ma non è l’obiettivo principale della nostra missione», ha candidamente spiegato Moscarelli. «Vogliamo che questo genocidio cessi il prima possibile». E riguardo agli attacchi subiti nelle scorse settimane, tra bombe sonore e spray urticanti, ha raccontato: «Molte persone dell’equipaggio si sono spaventate per quello che è successo. Non sono stati giorni sereni per i membri dell’equipaggio ma la missione continua», ha ribadito nonostante i richiami di Sergio Mattarella a non mettere a repentaglio ulteriori vite. 

Il blocco navale e i tentativi precedenti di romperlo

Il blocco navale su Gaza è stato ufficialmente dichiarato da Tel Aviv nel gennaio 2009, con l’obiettivo di impedire ad Hamas di importare armi clandestinamente. Dal 7 ottobre 2023, con l’inizio delle operazioni militari contro la Striscia, la gestione della fascia marittima larga 12 miglia è stata ulteriormente irrigidita vietando la navigazione a qualunque imbarcazione. Anche ai pescherecci. La missione della Global Sumud Flotilla non è di certo il primo tentativo umanitario di rompere il blocco. Rimane tragicamente noto quello del maggio 2010, quando a 70 miglia dalla costa una serie di imbarcazioni vennero abbordate dall’esercito israeliano causando la morte di dieci attivisti turchi.

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