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Garlasco e la consulenza di Garofano: chi ha dato ai Sempio il documento che accusava Andrea?

29 Settembre 2025 - 06:49 Alessandro D’Amato
garlasco andrea sempio chiara poggi luciano garofano
garlasco andrea sempio chiara poggi luciano garofano
L'ex generale dei Ris dice che per la sua consulenza ha consultato la perizia Linerallo. Che parlava già del Dna sotto le unghie di Chiara Poggi. Ma all'epoca quel documento doveva essere segreto

Luciano Garofano, generale dei Ris in congedo dai carabinieri, compare nelle carte dell’inchiesta su Garlasco e l’ex procuratore di Pavia Mario Venditti. Risulta beneficiario di un versamento di 6.343 euro da parte della famiglia di Andrea Sempio. Che oggi è indagato per l’omicidio in via Pascoli del 13 agosto 2007. All’epoca la posizione dell’amico del fratello di Chiara Poggi fu archiviata. Secondo Garofano quei soldi sono il compenso per una consulenza. Ma, spiega oggi Il Giornale, nella dichiarazione dell’ex comandante c’è una contraddizione.

Garlasco e Garofano

«Voglio respingere con forza le vergognose ignobili illazioni uscite sulla stampa. Vemni incaricato di fare una consulenza che ho firmato il 27 gennaio 2017 ho emesso regolare fattura e ho avuto un regolare bonifico. Per poter interloquire ho letto le conclusioni che aveva fatto il dottor Linarello che non condividevo, ho analizzato la perizia del dottor De Stefano e la consulenza del dottor Linarello e ho espresso le mie conclusioni», ha spiegato Garofano. Ma, sostiene Luca Fazzo, il 27 gennaio 2017 era noto a tutti che Sempio era sotto inchiesta per l’omicidio di Garlasco e quindi non è anomalo che la famiglia dell’indagato si rivolgesse per tutelarsi a un consulente prestigioso come Garofano. Però di anomalia ce n’è un’altra. E riguarda uno dei due documenti che Garofano dice di aver letto.

I due documenti

Il primo è infatti la perizia De Stefano, utilizzata nei processi conclusi con la condanna di Stasi. L’altro però è la consulenza che il genetista Pasquale Linarello aveva realizzato per conto dei difensori di Stasi, e che era stata depositata per chiedere la riapertura delle indagini. Ovvero quella che aveva indicato la presenza sulle unghie della vittima di un Dna utilizzabile per i confronti. E che corrisponderà più tardi a quello rilevato su una tazzina toccata da Sempio. C’è un problema, però, dice Luca Fazzo. Nel gennaio 2017 la consulenza di Linarello era (o avrebbe dovuto essere) chiusa nel fascicolo segreto dell’inchiesta bis condotta dall’allora procuratore Venditti. Invece arriva in qualche modo ai Sempio.

Il Dna

E che padre e figlio ne fossero a conoscenza lo dimostra un’intercettazione sull’interrogatorio: «Non ci chiederanno del Dna ma noi per sicurezza portiamo tutto». La consulenza di Garofano non verrà mai depositata. Chi ha detto ai Sempio che esisteva una consulenza che accusava Andrea? Anche su questo indaga ora la Procura di Brescia. Intanto Giada Bocellari, legale di Stasi, parla con il Corriere della Sera. Prima dell’accusa a Venditti: «Per come è formulata adesso l’incolpazione, credo sia una delle peggiori accuse che possa essere mossa a un magistrato. Credo, quindi, abbia lasciato tutti abbastanza sconcertati. Ma lasciamo lavorare la Procura di Brescia».

La revisione del processo

Poi annuncia la prossima richiesta di revisione del processo: «Nel momento in cui dovesse essere confermata l’ipotesi accusatoria, andrà di sicuro a incidere anche sul procedimento di Pavia su Sempio, e più in generale sull’eventuale revisione di Stasi. È evidente. Ad esempio, non si potrà più dire per Sempio che c’è stata un’archiviazione, a quel punto. E a mio modo di vedere sarebbe anche un grave indizio a carico di Andrea: insomma, è opinione comune pensare che se una persona è innocente non ha motivo per porre in essere certe condotte». Ma si attenderà ancora: «È ancora presto. È più opportuno attendere la chiusura delle indagini, perché questo ci consentirà di valutare tutti gli elementi che l’attuale procura ha raccolto».

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