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Il Venezuela dichiara lo stato di emergenza, l’annuncio di Maduro: «Pronto a difendere il Paese dalle minacce Usa»

29 Settembre 2025 - 22:21 Alba Romano
maduro
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La misura conferisce poteri speciali al presidente in caso di attacco. Mentre Washington intensifica la pressione militare nei Caraibi e il Venezuela rafforza le alleanze con Mosca e Pechino

Il governo di Nicolás Maduro ha dichiarato lo stato di emergenza in tutto il Venezuela, in risposta alle crescenti tensioni con gli Stati Uniti nel Mar dei Caraibi. Lo ha annunciato la vicepresidente Delcy Rodríguez, sottolineando che il decreto conferisce al presidente «poteri speciali» per agire in materia di difesa e sicurezza di fronte a minacce esterne. La decisione arriva in un contesto di pressione militare crescente da parte dell’amministrazione americana. Secondo fonti di Washington citate dal New York Times, ci sarebbero attacchi imminenti contro obiettivi venezuelani, con l’intento di rovesciare Maduro «in un modo o nell’altro». L’analisi dell’Atlantic Council però indica che la caduta della Revolución Bolivariana appare improbabile, sottolineando la necessità di negoziati chiari e vincolanti.

Gli Usa e la strategia della pressione

La Casa Bianca, guidata dal presidente Donald Trump, ha dispiegato nel Mar dei Caraibi otto navi, sei F-35, droni e 4.500 marines. L’ordine è di colpire eventuali imbarcazioni sospette, alcune delle quali considerate possibili carichi di droga. Finora, questi interventi hanno provocato 17 vittime, tutte venezuelane. Trump ha rivendicato l’uso della forza contro quelli che definisce «terroristi venezuelani e reti di narcotraffico guidate da Maduro». Ha poi ribadito sui social e all’Onu la determinazione degli Stati Uniti a intervenire. Il piano Usa mira, secondo gli esperti, a spingere Caracas verso un cambiamento di linea politica. Tuttavia rischierebbe di rafforzare le alleanze del Venezuela con Mosca e Pechino. L’amministrazione americana, nel frattempo, continua a negoziare la fornitura di petrolio venezuelano, mentre intensifica la pressione militare e diplomatica.

La risposta di Caracas

Di fronte alla minaccia percepita, Maduro ha ordinato esercitazioni militari, dispiegamento dei Sukhoi-30 di fabbricazione russa e organizzazione dei circuiti comunali di difesa. Il ministro dell’Interno, Diosdado Cabello, ha parlato di «resistenza prolungata», anche contro nemici interni, mentre il Sebin (intelligence) ha intensificato i controlli presso l’ambasciata Usa, dove si sospetta si rifugi la dissidente Maria Corina Machado. Parallelamente, Caracas rafforza i legami internazionali: ratifica accordi di cooperazione con Mosca, avanza rapporti con i Brics e consolida il controllo sulle risorse petrolifere, già in parte gestite da società cinesi come China Concord Resources Group. Il sottosuolo venezuelano rappresenta infatti circa il 19% delle riserve petrolifere certificate al mondo.

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