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Parte il censimento degli autovelox, la corsa contro il tempo per Comuni e forze dell’ordine: multe nulle dal 30 novembre senza registrazione

30 Settembre 2025 - 15:23 Ugo Milano
Autovelox
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Gli apparecchi attivi saranno visibili sul Portale dell'automobilista. Il censimento voluto dal ministero dei Trasporti di Matteo Salvini. Così dal 30 novembre possono scattare gli annullamenti delle multe

Parte da oggi 30 settembre, il censimento nazionale degli autovelox, per effetto di un decreto del ministero delle Infrastrutture e Trasporti guidato da Matteo Salvini. Il ministro e leader della Lega l’aveva chiamata «operazione verità»: entro il 30 novembre tutte le amministrazioni pubbliche e le forze dell’ordine dovranno iscrivere gli autovelox in una piattaforma online del ministero. Gli apparecchi che rimarranno fuori dovranno essere spenti. «La trasmissione diventa così condizione necessaria per la legittimità d’uso degli autovelox», spiega ad Alessio Ribaudo del Corriere della Sera il comandante della polizia locale di Verona Luigi Altamura.

Come funziona il censimento

Polizia stradale, comuni e province dovranno inserire gli estremi tecnici e la posizione degli autovelox installati e funzionanti. Le collocazioni degli apparecchi saranno consultabili anche sul Portale dell’automobilista, accessibile a tutti i cittadini. L’intento è quello di creare un elenco definitivo e trasparente, portando i documenti fuori dai cassetti delle prefetture cui spetta il compito di autorizzare i rilevatori di velocità. «Il censimento promette di sgretolare leggende come quella secondo cui esisterebbero 13 mila autovelox. Con i dati ufficiali, quella cifra fantasma verrà archiviata», spiega ancora Altamura.

Il caos sull’«omologazione» mai arrivata

Se l’obiettivo del censimento è fare chiarezza, lo stesso non si può dire sul buco normativo che ancora rimane e che riguarda la cosiddetta «omologazione» degli autovelox. La questione era stata sollevata da una sentenza della Corte di Cassazione, secondo cui «approvazione» e «omologazione» citate da un decreto di 33 anni fa non sono la stessa cosa. Il Mit aveva provato a metterci una toppa, considerando già omologati gli autovelox messi dopo il 2017. Poi aveva fatto dietrofront per «maggiori approfondimenti». Il cavillo giuridico non ancora sciolto ha già portato a una valanga di ricorsi, talvolta finiti con l’annullamento delle multe contestate, e alla rimozione di autovelox in tutta Italia.

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