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Andrea Sempio e le particolari telefonate con i carabinieri su Garlasco, i messaggi e le scuse: «Tra mezz’ora facciamo due chiacchiere» – Gli audio

30 Settembre 2025 - 12:45 Filippo di Chio
andrea sempio chiara poggi garlasco intercettazioni telefonate
andrea sempio chiara poggi garlasco intercettazioni telefonate
Dalle intercettazioni del 2017, durante la prima inchiesta a carico dell’amico del fratello di Chiara Poggi, emergono contatti ripetuti tra l’indagato e due militari in servizio di polizia giudiziaria: «Andrea ha il mio numero, può chiamarmi»

I carabinieri hanno telefonato ad Andrea Sempio prima di notificargli l’invito a comparire per l’interrogatorio in procura due giorni dopo, il 10 febbraio 2017. Giuseppe Spoto, tra le persone sottoposte alla perquisizione domiciliare dello scorso venerdì, aveva avvisato l’indagato della sua imminente visita. Anzi gli aveva addirittura chiesto di «fare due chiacchiere con lui» per poi trattenersi nella dimora dei Sempio per circa un’ora e dieci, un lasso di tempo giudicato «eccessivamente lungo» dagli inquirenti. È quanto emerge da alcuni audio esclusivi trasmessi in diretta tv dal programma Quarta Repubblica, che alimentano i sospetti per quanto riguarda il caso di Garlasco e la parallela indagine sulla presunta corruzione in atti giudiziari dell’ex procuratore aggiunto di Pavia Mario Venditti.

Gli sms e la telefonata prima della notifica: «Scusa se disturbo»

Era stata la procura di Brescia a sottolineare i contatti «sospetti» tra i Sempio e due agenti della polizia giudiziaria, i carabinieri Giuseppe Spoto e Silvio Sapone. I due, responsabili della trascrizione delle intercettazioni, avrebbero sentito diverse volte al telefono e via sms l’indagato. Il 22 gennaio 2017, ad esempio, Sempio avrebbe chiamato Sapone e avrebbe parlato con lui per 5 minuti e 15 secondi. Il pomeriggio dell’8 febbraio 2017, è Spoto a chiamare Sempio prima di eseguire la notifica di un atto: «Andrea? Sì, sono il maresciallo. Scusa se ti disturbo sul cellulare. Arriverò per le 16.30. Dammi ancora mezz’ora perché così almeno riusciamo a fare due chiacchiere. Ok?».

I due dialoghi con il legale di Sempio: «Andrea ha il mio numero, può chiamare»

Alle 16.35 Sempio telefona al carabiniere e gli passa l’avvocato Federico Soldani, suo difensore nel 2017. Il legale cerca di strappare qualche informazione al carabiniere riguardo l’interrogatorio che sarebbe avvenuto di lì a due giorni: «Mi dice qualcosa o non mi dice niente?». Spoto risponde ridendo: «E che cosa vuol sapere? Io quello che posso dirle… Avvocato che aria tira? Io sono un semplice ambasciatore. Sa come si dice? Ambasciator non porta pena». L’avvocato insiste: «Pensa che sia buona l’aria?». Il carabiniere fa un po’ il vago: «Ma no, voglio dire… Se vogliono parlargli… Veda lei, insomma. Tiri lei le conclusioni». Cinque minuti dopo parte un’altra telefonata, questa volta direttamente tra Spoto e l’avvocato di Sempio. «Quando verrete lì, se volete mantenere la massima riservatezza, magari organizziamo per farvi passare dal portone posteriore», dice il carabiniere. Che conclude: «Andrea ha il mio cellulare, mi può chiamare».

L’interrogatorio della mamma: «Mi hanno chiesto tre cose in croce»

Il sospetto di chi indaga è che i Sempio sapessero in anticipo, perché informati da qualcuno, cosa sarebbe stato chiesto loro. E che la durata dei loro interrogatori, così come delle indagini in generale, sia stata troppo risicata. Un sospetto che viene acuito da un’altra intercettazione trasmessa da Quarta Repubblica, in cui si sentono dialogare Andrea Sempio e la madre Daniela Ferrari. Quest’ultima, appena uscita dall’audizione in procura, racconta al figlio: «Ma va, sono stata dentro dieci minuti. Mi hanno chiesto molto meno di quello che mi avevano chiesto l’altra volta quando sono venuti là sul posto di lavoro. Proprio tre cose in croce e basta». «E Giuseppe?», chiede il figlio probabilmente riferendosi al padre. «Giuseppe è entrato solo a firmare qualcosa, è uscito subito subito lui». 

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