Garlasco, parla a Open l’ex Ris Giampietro Lago: «La rinuncia all’incarico di Garofano? Magari non ha trovato un accordo coi Sempio sull’onorario»


«Premesso che è legittimo e che non è fuori dalla legge, penso che Luciano Garofano si sia infilato in un incarico che forse sul piano della opportunità andava valutato meglio. Perché comunque lui nella vicenda di Garlasco ha avuto un ruolo, e anche tutt’altro che marginale, nelle fasi delle indagini preliminari. Poi, anche se dopo molti anni, è stato consulente di una nuova parte (i Sempio, ndr). A mio avviso, non si può vestire in una stessa vicenda due ruoli così diversi e deontologicamente di difficile compatibilità». Commenta così a Open l’ex comandante dei Ris di Parma, Giampietro Lago, la decisione del collega Luciano Garofano di lasciare l’incarico di consulente tecnico di Andrea Sempio, oggi unico indagato nel nuovo filone di indagine sul delitto di Garlasco. Una decisione, spiega Garofano, «maturata in conseguenza della mancata condivisione da parte della difesa del signor Sempio dei suggerimenti tecnico scientifici forniti, in merito allo svolgimento dell’incidente probatorio e alla possibile estensione dei temi oggetto di perizia». Questa la versione ufficiale. La versione ufficiosa, invece, secondo il generale Lago, che pure si è occupato di alcune tra le indagini più note degli ultimi 15 anni, come il caso di Yara Gambirasio, di Saman Abbas e della stessa Chiara Poggi, potrebbe avere ragioni molto più terra a terra.
Perché Garofano ha rinunciato all’incarico per Andrea Sempio
«Tra le ragioni – e ribadisco che sono opinioni personali, non ho prove che sia così – ci possiamo mettere anche quelle di mercato. Molto spesso quando i consulenti di parte rinunciano agli incarichi è perché chiedono onorari che non gli vengono accordati. È molto più semplice di quello che sembra», spiega a Open il generale Lago. Insomma, tra le altre cose, potrebbe esserci il fatto che Garofano e i Sempio non siano riusciti a trovare un accordo sul prezzo della consulenza. Rimane il fatto che Garofano ha avuto prima il ruolo di comandante degli investigatori del Ris di Parma e poi di consulente difensivo di parte. Una posizione «un po’ inopportuna», che, secondo il generale Lago, a un certo punto «è emersa, è diventata eclatante, lui si è trovato in difficoltà e ha deciso di sfilarsi. Le vicende degli ultimi giorni, inclusa quella dell’ex procuratore di Pavia Mario Venditti (indagato per corruzione in atti giudiziari, ndr), non incidono sul suo rapporto e sulla sua decisione, secondo me».
La somma di denaro che Garofano ha ricevuto dai Sempio
E sulla somma di denaro che Garofano ha ricevuto dai Sempio nel 2017, che ammonterebbe a oltre seimila euro, secondo il generale Lago, non ci sarebbero particolari dietrologie: «È una cifra compatibile per una consulenza di quel tipo. Anzi, se lui avesse depositato una consulenza e non fosse esistito alcun pagamento della famiglia o comunque di Sempio nei suoi confronti, a me il sospetto verrebbe». Garofano aveva fin da subito respinto tutte le accuse a suo carico parlando di «sconsiderati e gravi attacchi mediatici». L’ex comandante aveva, infatti, ribadito che quel pagamento arrivò in ragione delle prestazioni professionali effettuate per la difesa. Si trattava, in particolare di una «consulenza genetico forense negli interessi della famiglia di Andrea Sempio» sulla scorta di documenti e atti che gli vennero forniti dalla famiglia stessa.
L’indagine su Andrea Sempio del 2016-2017
Molto si è detto sull’indagine a carico di Sempio a cavallo del 2016-2017: «Io non credo sia stata frettolosa – spiega ancora il generale Lago -. Poteva essere fatta meglio, quello sì. L’impressione che ho io adesso è che siccome questo castello accusatorio che sembrava eclatante e granitico alla fine sta dando pochi frutti, una cosa ordinaria, magari non pregevole, si è trasformata in un’indagine frettolosa, è diventata errore, è diventata corruzione, perché si deve salvaguardare una pista investigativa. Ma poi ricordiamoci che da un punto di vista proprio di oggettiva posizione, Stasi è un condannato in giudicato, Sempio è un indagato in indagini preliminari. Cioè sono mondi lontanissimi. Ed è chiaro che se poi non si riesce a dimostrare la colpevolezza in maniera convincente di Sempio, la revisione del processo a Stasi non è possibile».