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«Mai una gioia»: lo stenografo rassegnato che si sfoga nel verbale della Camera

03 Ottobre 2025 - 15:14 Sofia Spagnoli
Le parole nel resoconto stenografico della Camera, che racconta ciò che è stato detto e fatto il 28 settembre, durante la discussione sul decreto-legge Terra dei Fuochi

Più che un errore involontario, ha tutta l’aria di una disincantata forma di partecipazione. «Mai una gioia» quel modo di dire, diventato un’icona della rassegnazione, del nichilismo disfattista della società moderna, supera le chiacchiere da bar e compare in un resoconto stenografico della Camera dei deputati. Lo si legge sfogliando il testo che riporta – in teoria senza omissioni e senza aggiunte – tutto ciò che è stato detto e fatto in Aula. Il 28 settembre, durante la discussione sul decreto-legge Terra dei Fuochi, ecco che arriva la notazione a margine di un testo che introduce misure urgenti contro le attività illecite legate ai rifiuti e per la bonifica delle aree più colpite, in particolare in Campania.

La «Camera respinge», e lo sfogo

Il contesto è quello delle votazioni dei singoli emendamenti, un passaggio che il più delle volte può protrarsi per giorni. Si arriva alla votazione dell’emendamento numero 2.5, a firma di Sergio Costa, deputato dei 5 Stelle. «Dichiaro aperta la votazione», annuncia il presidente di turno della Camera. «Dichiaro chiusa la votazione. La Camera respinge». E qui, in un momento di distrazione lo stenografo, che ha il compito di trascrivere con la massima precisione e rapidità tutto ciò che viene detto, si lascia scappare il commento forse più sincero di tutta la giornata: «Mai una gioia».

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