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Cartelloni pubblicitari, la battaglia di FdI: «Stop ai divieti su campagne sessiste e omofobe»

06 Ottobre 2025 - 17:03 Valentina Romagnoli
cartellone pubblicitario sessista
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La proposta di Malan e Pogliese al ddl Concorrenza mira a cancellare il divieto di messaggi sessisti, omofobi o discriminatori su strade e mezzi pubblici introdotto nel 2021

Fratelli d’Italia ha depositato un emendamento al disegno di legge Concorrenza che punta a eliminare il divieto, oggi in vigore, di affiggere messaggi sessisti, omofobi o lesivi della dignità delle persone su strade, veicoli e mezzi pubblici. A firmarlo sono due nomi di peso del partito di Giorgia Meloni: il capogruppo al Senato Lucio Malan e l’ex sindaco di Catania Salvo Pogliese. L’iniziativa, formalmente intitolata “Modifica al codice della strada”, non riguarda la sicurezza stradale né interventi su viabilità e trasporti, come sottolinea il quotidiano Domani. L’obiettivo dichiarato è invece cancellare tre commi introdotti nel 2021 con un emendamento al decreto Infrastrutture e Trasporti, approvato durante il governo Draghi. Quella norma – voluta da Alessia Rotta (Pd) e Raffaella Paita (allora Italia Viva) – vieta ogni forma di pubblicità sulle strade e sui veicoli che contenga messaggi sessisti o violenti, stereotipi offensivi di genere o contenuti discriminatori legati a orientamento sessuale, identità di genere, credo religioso, appartenenza etnica o condizioni fisiche e psichiche.

La destra torna all’attacco: «È censura alla libertà d’espressione»

Secondo Fratelli d’Italia, quel divieto rappresenterebbe un bavaglio alla libertà d’espressione. «Come è possibile – dichiarava Malan già nel 2021 – che in un decreto su infrastrutture e sicurezza stradale sia stata inserita una norma ideologica, volta a limitare la libertà di espressione, con il pretesto che non può essere esercitata su strade e veicoli?». Una posizione condivisa dai movimenti pro vita, che da subito avevano bollato la norma come un «ddl Zan mascherato». Antonio Brandi, presidente di Pro Vita & Famiglia, si chiedeva già allora: «Sarà ancora possibile affermare in una pubblicità che i bambini sono maschi e le bambine sono femmine?». La nuova iniziativa parlamentare di FdI raccoglie e rilancia proprio queste critiche, proponendo di rimuovere qualsiasi vincolo contenutistico alla cartellonistica stradale.

Un divieto nato per contrastare stereotipi e violenze

La norma che oggi si vuole cancellare era nata con l’obiettivo di contrastare messaggi violenti e offensivi diffusi nello spazio pubblico. In più tutelerebbe i diritti delle persone più esposte a discriminazioni. Il testo approvato nel 2021 stabiliva infatti che non potessero essere esposti manifesti o cartelloni con contenuti che violassero il rispetto delle libertà individuali e dei diritti civili e politici. Né che promuovessero stereotipi di genere, odio religioso o discriminazioni legate all’orientamento sessuale o all’identità di genere. All’epoca, la deputata Raffaella Paita aveva difeso con forza quella scelta. «L’emendamento è frutto di un lavoro trasversale che dà valore sociale a questi temi e dimostra che, quando si lavora insieme, si può aiutare chi subisce discriminazioni».

La battaglia di Fratelli d’Italia

Oggi Fratelli d’Italia intende ribaltare quella impostazione, in nome di una “liberalizzazione” della comunicazione pubblicitaria che, di fatto, riaprirebbe la porta anche a messaggi discriminatori. Un’idea che molti osservatori definiscono paradossale. «Il concetto di concorrenza evocato da FdI – commentano fonti parlamentari dell’opposizione riprese da Domani – diventa così la possibilità di competere a colpi di sessismo e omofobia». L’emendamento è ora all’esame della commissione Industria e Commercio del Senato e le votazioni sul disegno di legge Concorrenza inizieranno nei prossimi giorni. Se approvato, cancellerebbe una delle norme simbolo nella lotta contro i messaggi d’odio nella comunicazione promozionale.

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