Un’esperta rivela il luogo più sicuro in caso di attacco nucleare dalla Russia: ecco dove


Mentre le incursioni dei droni russi nello spazio aereo dei Paesi Nato non fanno che accrescere le tensioni internazionali, c’è chi guarda già allo scenario peggiore e si chiede come affrontarlo. Forse anticipando i tempi – almeno si spera – la giornalista investigativa Annie Jacobsen ha individuato nel suo libro Nuclear War: A Scenario la parte del mondo più sicura in caso di inverno nucleare. Secondo l’autrice, il rifugio all’apocalisse sarebbe da cercare dall’altra parte del mondo, in Oceania, più precisamente in Australia e Nuova Zelanda. La notizia è stata ripresa da alcuni media tra cui Ladbible.
L’impatto ecologico di un conflitto nucleare
Il vantaggio di luoghi remoti come la Nuova Zelanda è proprio la loro lontananza da quasi tutto il resto del mondo. Per chi fosse scampato alle bombe, spiega Jacobsen, la situazione da affrontare sarebbe quella di un clima estremamente radioattivo dove è difficile, se non impossibile, coltivare la terra o allevare bestiame. «La maggior parte del mondo – ha ipotizzato la giornalista al podcast Diary of a Ceo -, sicuramente le latitudini medie, sarebbero ricoperte da strati di ghiaccio. Luoghi come l’Iowa e l’Ucraina sarebbero ricoperti di neve per dieci anni». In queste condizioni, aggiunge, «l’agricoltura fallirebbe e quando l’agricoltura fallisce le persone muoiono».
Australia e Nuova Zelanda i posti più sicuri al mondo
Lo scenario apocalittico dipinto dall’autrice non finisce qui. «Ci sarebbe un avvelenamento da radiazioni perché lo strato di ozono sarebbe così danneggiato e distrutto che non si potrebbe stare all’aperto alla luce del sole: le persone sarebbero costrette a vivere sottoterra lottando per il cibo ovunque tranne che in Nuova Zelanda e Australia». Le due grandi isole dell’Oceania, favorite da una posizione lontana da dove si ipotizza possa deflagrare il conflitto, resterebbero dunque l’unico posto sicuro nel mondo post apocalittico. La speranza rimane quella di doversi trasferire lì per motivi meno catastrofici.
Foto copertina: UX Gun/Unsplash