L’anziana disabile che si è fidata di Mario Adinolfi e del suo club delle scommesse. In fumo 82mila euro: «Mi attaccano perché sono generoso»


Spunta un’altra presunta vittima dello schema di «Scommessa collettiva» messo in piedi da Mario Adinolfi. Il Fatto quotidiano racconta di aver ricevuto la telefonata della signora Antonia (nome di fantasia), che in lacrime ha raccontato dei soldi persi dopo aver riposto la sua fiducia nel fondatore del Popolo della Famiglia. «Ho 66 anni, sono disabile all’80%, non ho familiari, vivo della pensione – ha detto la signora al Fatto – Avevo da parte qualche decina di migliaia di euro. Mi sono fidata di Mario Adinolfi. Lo sentivo a Radio Maria, lo vedevo su Facebook nel suo vlog Stampa e Vangelo dove commentava i fatti di cronaca alla luce della Buona Novella». La donna ha raccontato che, tra novembre 2019 e settembre 2022, ha versato 82mila euro in dieci operazioni Postagiro. Da allora ne ha riavuti meno di un terzo. «Ora non so più come pagare cure e bollette». E se da un lato Adinolfi nega ogni responsabilità e anzi si sente vittima di un accanimento mediatico, dall’altro la signora Antonia si augura di essere denunciata: «Così vedremo chi mente».
Lo schema delle «Scommessa collettiva»: come si entra e come si dovrebbe guadagnare
Lo schema della «Scommessa collettiva» era presentato come un «club esclusivo», in cui per circa 20 anni chi entrava versava una puntata minima all’anno. Come riportava il Fatto a fine agosto scorso, questa puntata doveva garantire una rendita, grazie alla squadra di esperti in scommesse sportive e «raffinati algoritmi» che avrebbero generato ritorni costanti. L’ingresso al club quindi avrebbe dovuto portare incassi crescenti ogni anno per i suoi membri.
Ma quanto costa entrare nel club dell’ex parlamentare Pd? «Quota singola minima ordinaria di 3.000 euro – cita il Fatto – scadenza trimestrale, 13% annuale di rendimento minimo garantito, quota Vip da 10mila euro, scadenza annuale, 40% di rendimento minimo garantito. Scommessa Collettiva non è una sollecitazione di pubblico risparmio, è una libera associazione tra giocatori che affidano la gestione di scommesse personali a un gestore. Il capitale è sempre e comunque garantito». Il denaro era versato su conti Fineco Bank e Poste Italiane intestati ad Adinolfi. In molti gli avrebbero creduto e diversi ancora aspettano di rivedere i propri soldi.
La difesa di Adinolfi: «Attaccato perché sono stato troppo generoso»
Sul caso della signora Antonia, Adinolfi non avrebbe risposto per tre volte alle sollecitazioni del quotidiano. Finché non ha rotto il silenzio ed è partito all’attacco: «È in corso un’evidente azione estorsiva di stampo camorristico con cui da mesi si prova a diffamarmi attraverso una gogna mediatica. La questione sarà chiarita in tribunale. Sono certo del proscioglimento già in istruttoria da accuse risibili e assurde». L’ex naufrago dell’Isola dei famosi dice anzi di essere vittima per la sua eccessiva generosità: «Si prova a sporcare il nome di una persona di specchiata onestà che si è dedicata tutta la vita all’aiuto silenzioso a centinaia di famiglie e forse oggi paga questa eccessiva generosità. Io non ho alcuna passione per il denaro, punto anzi a disfarmene tendendo sempre la mano a chi ha bisogno. Ma a chi prova l’estorsione oppongo un muro granitico. Sarà rapida l’evidenza di quanto io abbia totalmente ragione in questa orrida vicenda di capovolgimento di vittima e carnefice».