Ultime notizie Cessate il fuocoDelitto di GarlascoDonald TrumpGaza
ESTERIDonald TrumpEgittoGazaIsraeleNegoziati di pace

Quando potrebbero partire i carabinieri diretti a Gaza (e quando arriveranno i palestinesi da formare in Italia)

13 Ottobre 2025 - 23:10 Sara Menafra
gaza carabinieri guido crosetto pace
gaza carabinieri guido crosetto pace
L'Italia potrebbe svolgere un ruolo nel piano di pace partecipando alla Forza di stabilizzazione internazionale voluta da Trump

Le immagini da Sharm el Sheik dove si sigla l’accordo di pace che dovrebbe portare ad una nuova era a Gaza scorrono ancora e già, come ovvio, si discute del dopo. In particolare della sicurezza nella striscia, che non potrà essere affidata né all’Idf, né ad Hamas, come spiega anche il piano di pace voluto da Donald Trump. Proprio su questo punto potrebbe essere determinante il ruolo dell’Italia, che al tavolo, per contare nella ricostruzione della Striscia (con quello che può voler dire in termini di interessi economici, alcuni dei quali controversi) deve poter portare il proprio contributo. E una parte determinante passa per il ruolo dei Carabinieri che nel corso del tempo hanno spesso partecipato a missioni di interposizione o di pace a Rafah e in Cisgiordania, a Gerico (la presenza dei Carabinieri a Gerico è tra l’altro un dato storico iniziato all’epoca della Prima guerra mondiale).

Dopo l’inizio dei bombardamenti a Gaza, il ministro della Difesa, Guido Crosetto li ha ritirati in più di un’occasione, quando non riteneva ci fossero più le necessarie condizioni di sicurezza. Al momento, come ha spiegato il comandante generale Salvatore Longo, sono presenti 8 militari al valico di Rafah, in collaborazione con le autorità palestinesi.

Il ritorno a Gaza

Il ministro degli Esteri Antonio Tajani con il Comandante Generale dellíArma dei Carabinieri Salvatore Luongo, durante un incontro con i militari italiani della missione a European Union Border Assistance Mission presso il valico di Rafah, della Missione Addestrativa Italiana in Palestina a Gerico e con il personale dellíArma in servizio in Israele, 06 febbraio 2025.

Proprio quei carabinieri che conoscono la realtà palestinese ed hanno una consolidata esperienza in missioni di peace keeping potrebbero quindi partecipare alla forza di interposizione chiamata a garantire la sicurezza a Gaza. Una forza che sarà guidata dai paesi sunniti che partecipano al percorso di pace di Sharm el Sheik, ma che non può non vedere la presenza di forze occidentali. Non gli americani, non i francesi o gli inglesi, certo, ma gli italiani sono tra i contingenti che più facilmente potrebbero integrarsi in una forza a guida non solo araba ma appunto sunnita. Parteciperanno, questa è l’ipotesi, non quindi ad una missione Onu ma ad una missione di interposizione internazionale. L’ipotesi è che siano inviate alcune centinaia di militari, appena la Forza di interposizione, prevista al punto 15 del piano di Trump, vedrà la luce

L’addestramento in Italia

Non basta. L’Italia potrebbe intestarsi anche un compito molto delicato. Come ha accennato nell’intervista al tg1 il comandante generale Luongo, l’Italia ha un centro di eccellenza a Vicenza, il Coespu, ovvero un centro di formazione specializzato nell’addestrare al Peacekeeping e che risponde a criteri validati dall’Onu. Nel tempo il Coespu, fondato nel 2005, ha formato soprattutto polizie in servizio in Africa, quindi in territori particolarmente esposti a tattiche di guerriglia. Ora lo stesso Coespu potrebbe servire a formare almeno una parte dei nuovi poliziotti palestinesi. Un primo gruppo potrebbe arrivare a Vicenza a stretto giro, di fatto appena i dettagli saranno confermati. Più avanti, ma alcuni elementi potrebbero entrare nell’intesa già nelle prossime ore, si parlerà di sminare il terreno e a quel punto si parlerà anche dell’annunciato ruolo del Genio militare. Ma questo solo quando la situazione nella Striscia sarà definitivamente stabilizzata.

leggi anche