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Castel D’Azzano, esplosione durante uno sgombero: muoiono 3 carabinieri

14 Ottobre 2025 - 06:58 Alessandro D’Amato
castel d'azzano esplosione carabinieri morti 2
castel d'azzano esplosione carabinieri morti 2
Arrestati due fratelli, il terzo è ricercato. Si chiamano Dino, Franco e Maria Luisa Ramponi. Una quindicina i feriti tra le forze dell'ordine. Piantedosi: qualcuno ha attivato una bombola

Tre carabinieri sono morti e una decina tra militari e agenti di polizia sono rimasti feriti in un’esplosione che si è verificata in un casolare di Castel D’Azzano, in provincia di Verona. Secondo le prime informazioni, le forze di polizia erano intervenute per sgomberare l’abitazione, al cui interno c’erano tre persone, quando c’è stata la deflagrazione. L’intero casolare, di due piani, è crollato travolgendo i militari e gli agenti. I tre fratelli sono già noti per due episodi con la stessa dinamica – la casa saturata di gas – avvenuti un anno fa. Si tratta di Franco, Dino e Maria Luisa Ramponi, agricoltori e allevatori con problemi finanziari e ipotecari. I feriti sono in totale 15: 11 carabinieri e 4 poliziotti.

La casa satura di gas

Secondo fonti vicine agli inquirenti la casa era satura di gas e l’esplosione è stata innescata all’apertura della porta d’ingresso che ha investito le forze dell’ordine e i vigili del fuoco che stavano facendo irruzione. Lo sgombero era stato programmato da giorni dopo vari tentativi, di far sgomberare tre fratelli, sulla sessantina d’anni, dal fondo. E che non era mai andato a buon fine dopo le minacce di farsi saltare in aria. Così sono stati fatti arrivare sul posto carabinieri dei Reparti speciali e agenti dell’Uopi, specializzati in azione antiterrorismo considerato il pericolo dell’intervento.

Chi sono i tre carabinieri morti

Appartenevano al Nucleo Radiomobile di Padova e alla Squadra operativa supporto del Battaglione mobile di Mestre (Venezia) i tre carabinieri morti nell’esplosione del casolare a Castel D’Azzano (Verona). Il Brigadiere Capo Qualifica Scelta Valerio Daprà era nato a Brescia 56 anni fa, aveva una compagna e un figlio di 26 anni. Si era arruolato nel 1988 ed apparteneva al Radiomobile di Padova, assieme al Carabiniere Scelto Davide Bernardello, di 36 anni, celibe, nato a Camposampiero (Padova) e arruolato nel 2014. Il Luogotenente Marco Piffari, 56enne, viveva in provincia di Padova. Era il comandante della Squadra Operativa Supporto del Battaglione Mobile di Mestre, arruolato nel 1987.

I due arresti a Castel D’Azzano

Sul posto erano presenti anche i Vigili del fuoco che sono intervenuti immediatamente, ma per i carabinieri non c’è stato nulla da fare. Tra gli occupanti, una donna è rimasta ferita. Sarebbe stata lei ad innescare l’esplosione. La donna fa parte di una famiglia di tre fratelli che si opponeva allo sgombero. La casa è completamente distrutta ed è avvolta dalle fiamme. Numerosi i mezzi del Servizio di urgenza ed emergenza medica (Suem) che stanno operando. L’intervento dei sanitari è stato tempestivo perché alcuni si trovavano già sul posto come supporto alle forze dell’ordine per lo sgombero. Uno dei carabinieri morti è stato estratto dalle macerie mezz’ora fa. Alcune fonti investigative fanno sapere all’agenzia di stampa Agi che i fermati sono due: un uomo e una donna. I due sarebbero fratelli e avrebbero circa 60 anni. Un terzo fratello è ricercato.

Chi sono gli accusati

«Non volevano abbandonare la casa ma c’era un ordine del giudice di eseguire lo sgombero. Quindi carabinieri e polizia di Stato vi hanno dato esecuzione», ha detto a Rainews24 Antonello Panuccio, vicesindaco di Castel d’Azzano. «In comune si conosceva la situazione della famiglia ed eravamo pronti ad accoglierli in qualche sistemazione provvisoria in strutture qui nella zona», ha poi aggiunto. «In realtà non erano soggetti fragili, non c’erano minori e nemmeno anziani». Confermando quanto si era appreso inizialmente, il vicesindaco ha spiegato che si tratta di «agricoltori che coltivavano i campi, che purtroppo sembra siano stati coinvolti in fatti criminosi e hanno dovuto subire l’esecuzione forzata del recupero del credito sulla casa, che era uno dei pochi beni che avevano».

Franco, Dino e Maria Luisa Ramponi

Franco, Dino e Maria Luisa Ramponi prima in ottobre, e poi il 24 novembre del 2024 si erano opposti all’arrivo dell’ufficiale giudiziario aprendo una bombola di gas. Maria Luisa e Franco erano anche saliti sul tetto. Sul posto erano arrivati i vigili del fuoco, carabinieri e polizia locale, che dopo una mediazione avevano evitato il peggio. Dino Ramponi è nato il 14/10/1962 a Verona. Franco è nato il 20/03/1960 a Verona . Maria Luisa è nata il 15/07/1966 a Verona. Franco Ramponi è titolare della ditta individuale “Ramponi Franco” con sede in via Ramponi 39. Secondo Ateco è dedita alla coltivazione di cereali, legumi da granella e semi oleosi, escluso il riso.

Bombole di gas e molotov

Alcune bombole di gas e quel che resta di molotov sono state rinvenute nella casa colonica esplosa a Castel d’Azzano, nel veronese. I vigili del fuoco hanno recuperato 5 bombole che erano state collocate in più stanze della casa. e ora si trovano accatastate sul cortile. La casa era satura di gas fatto uscire, si presume, da più bombole vista la potente deflagrazione che ha fatto crollare lo stabile. Ad innescare la miccia sarebbe stata la donna, mentre i due fratelli si sarebbero trovati in una sorta di cantina e non in una stalla come si era appreso in un primo momento. Tutti e tre si erano barricati in casa.

«Li arresteremo»

Il procuratore capo di Verona Raffaele Tito, giunto sul posto della tragedia, ha detto che dei tre fratelli che hanno causato l’esplosione a Castel D’Azzano (Verona) «uno è scappato, la donna è in ospedale con ustioni, e anche l’altro fratello è ricoverato. Penso che li arresteremo». In zona, assieme alle forze dell’ordine e ai soccorsi, sono sopraggiunti il Questore di Verona, Rosaria Amato, il comandante provinciale dei Carabinieri Claudio Papagno e quello della Legione Veneto dell’Arma, Giuseppe Di Liso.

La ricostruzione

La prima ricostruzione dice che i tre fratelli si sono barricati in casa e dopo vari tentativi di farli uscire, sono entrati in azione le forze dell’ordine. Alcuni sono saliti sul tetto per calarsi nello stabile dall’alto, mentre altri si sono diretti all’ingresso per procedere all’irruzione. Giunti sull’uscio è stato sentito un forte odore di gas provenire dall’interno, quasi sicuramente fatto uscire da una o più bombole, e quando è stata aperta la porta d’ingresso si è sentita una forte esplosione che ha investito carabinieri, poliziotti e vigili del fuoco.

Tre militari sono morti e oltre una decina degli intervenuti sono rimasti feriti, alcuni anche sotto le macerie. L’abitazione è stata avvolta dalle fiamme, mentre sono scattati i soccorsi del resto degli uomini presenti sul posto, tra cui personale medico con alcune ambulanze. La donna, ferita, è stata bloccata, mentre i due fratelli che, pare avessero trovato rifugio nella stalla, hanno tentato di fuggire: uno è stato arrestato, mentre il secondo è riuscito a fuggire per i campi.

Una bombola del gas

«Era un’operazione congiunta di Polizia, al momento dell’accesso dell’appartamento i testimoni raccontano di aver sentito odore di gas e qualche istante dopo c’è stata l’esplosione», dice il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi a Uno Mattina. Secondo il responsabile del Viminale è una tragedia che «segna la difficoltà, la complessità, la potenziale pericolosità di questo lavoro. Dietro certe operazioni si celano delle insidie anche perché si ha a che fare con persone di difficile collocazione. È possibile che qualcuno dall’interno abbia attivato una bombola di gas creando i presupposti per la deflagrazione. Le due persone titolari dell’appartamento si sarebbero allontanate, una delle due – una donna – sarebbe ferita». Tre carabinieri morti e diversi altri operatori di polizia feriti, «un bilancio terribile, molto doloroso, drammatico», ha detto Piantedosi.

I feriti

I feriti sono tutti ricoverati vari ospedali della provincia scaligera, per ustioni e ferite riporte nel crollo dello stabile: nel nosocomi di Borgo Roma e Borgo Trento, a Villafranca e a Negrar. Secondo quanto si è appreso non sarebbero in pericolo di vita. La maggior parte sono stati investiti dall’esplosione mentre si trovavano all’ingresso dell’abitazione.

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