«Marocchini di me**a», insulti razzisti e controlli ossessivi ai vicini di casa per anni: 62enne a processo per stalking. Il caso a Torino


«Marocchini di me**a», «Sei una scrofa». Una lunga serie di insulti razzisti e una presunta aggressione hanno spinto una famiglia di origini marocchine a denunciare il proprio vicino di casa. Denuncia ora sfociata in un processo di primo grado davanti al tribunale di Torino. A raccontare i fatti davanti alla giudice Roberta Cosentini è stato un uomo che, insieme alla madre e al fratello, sostiene di essere stato preso di mira per anni. «Non so spiegare perché è successo tutto questo. La verità, secondo me, è che non c’è un vero motivo. Lui ha iniziato a darci fastidio e, fino a quando non abbiamo denunciato, ha continuato, anche di notte», ha detto il testimone, come riporta Today.
Gli insulti e la sorveglianza dal balcone
Secondo la versione fornita dalla famiglia, l’imputato, il vicino di casa di 62 anni e difeso dall’avvocata Ilaria Vocaturo, si sarebbe reso protagonista di comportamenti persecutori: «La situazione degenerava all’improvviso. A volte, lui ci spiava dal balcone per capire quando tornavamo in casa. Appena entravamo, iniziava a urlare». Tra gli insulti riportati ci sono anche frasi offensive in dialetto, incomprensibili per le vittime. La presunta escalation di aggressioni ha spinto la famiglia a rivolgersi alle forze dell’ordine. Il testimone ha sottolineato come la paura abbia profondamente cambiato la vita quotidiana: «Mia mamma non esce più da sola perché ha troppa paura. Anche io non mi sento al sicuro. Quando vado al lavoro, cerco sempre di rientrare il prima possibile, per poter essere con lei».
Prossimi passi del processo
In tribunale, l’imputato non era presente. Il processo, che vede l’uomo accusato di stalking e lesioni aggravate dall’odio razziale, proseguirà a novembre, quando l’imputato potrà raccontare la propria versione dei fatti. Successivamente, la giudice emetterà la sentenza.