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Alessia Pifferi vuole sposare la compagna di cella: «La chiama moglie». La nuova perizia in aula: «Bugiarda compulsiva, ma capace di intendere»

22 Ottobre 2025 - 20:19 Ugo Milano
Alessia Pifferi
Alessia Pifferi
La criminologa Roberta Bruzzone è intervenuta al processo d'appello come consulente di parte civile. Nella relazione spiega: «Gli altri le servono solo per rispondere ai suoi bisogni, si sente gratificata solo dalle cure e dalle attenzioni altrui»

Alcuni mesi fa Alessia Pifferi, dal carcere dove è detenuta per la morte della figlioletta Diana (abbandonata a casa da sola per diversi giorni ad appena 18 mesi), aveva annunciato di voler sposare una compagna di cella. L’avvocato Alessia Pontenani aveva confermato la notizia, alludendo al fatto che la sua assistita le avrebbe anche chiesto di farle da testimone alle nozze. In quella stessa occasione, la legale aveva anche asserito di aver chiesto una nuova perizia psichiatrica per valutare le condizioni della Pifferi. I risultati dell’analisi, svolta lo scorso agosto, sono stati nuovamente citati questa mattina in tribunale nel corso del processo d’appello. Nell’aula di Milano è stata sentita anche la criminologa Roberta Bruzzone, consulente dalla famiglia Pifferi, costituitasi parte civile.

L’analisi di Roberta Bruzzone

La nuova perizia aveva parlato di un «ritardo intellettivo lieve», ma aveva escluso una condizione patologica tale da compromettere la sua capacità di intendere e volere al momento dei fatti. Anche in considerazione di questo esito, secondo l’analisi di Roberta Bruzzone, Pifferi «è totalmente in grado di fare un bilanciamento tra i suoi bisogni e quelli degli altri». «Non c’è neanche un conflitto», ha rilevato la criminologa. «La sua personalità è organizzata intorno a temi ben precisi e ruotano tutti intorno ai suoi bisogni». Per questo motivo, spiega, per Alessia Pifferi «gli altri non sono così importanti, compresa la bambina, ma non perché non si rende conto. Se lei si nutre emotivamente, il resto passa in secondo piano, compresa la bambina».

La difesa sostiene il deficit cognitivo

I consulenti della difesa, intervenuti in aula, hanno invece portato avanti la tesi già sostenuta del ritardo mentale, corroborata a loro avviso dall’episodio del parto, avvenuto nel bagno di casa. A tal proposito la Pifferi aveva sostenuto di non essersi accorta di essere incinta. Secondo gli psicologi della difesa, «chi ha una gravidanza misconosciuta, negata, in genere possiede caratteristiche di ritardo mentale. Uno scollamento rispetto alla realtà», in virtù del quale Pifferi avrebbe un «deficit cognitivo innegabile» e «la necessità di rispondere ai suoi bisogni emotivi sovrasta qualsiasi valutazione».

Bruzzone: «Alessia Pifferi è una bugiarda compulsiva»

Bruzzone si sente di respingere del tutto questa tesi: «Non c’entra la capacità intellettiva della signora Pifferi, il suo è narcisismo: gli altri le servono solo per rispondere ai suoi bisogni, si sente gratificata solo dalle cure e dalle attenzioni altrui». La criminologa ha poi ricostruito i giorni del fatto: «Mentre la figlia stava morendo ha raccontato bugie alla madre e al compagno, è uscita di casa con un trolley con 30 vestiti da sera dentro, ha lasciato in casa meno acqua e cibo del necessario per poi accusare il compagno. Appena torna in casa spalanca le finestre e lava la bimba già morta. Quando arriva la polizia, si preoccupa solo di sé stessa». «È una bugiarda compulsiva», ha concluso.

Foto copertina: ANSA/MATTEO CORNER| La consulente di parte civile Roberta Bruzzone all’udienza del processo ad Alessia Pifferi in Corte d’Assise d’Appello, Milano 22 Ottobre 2025

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