Daria Perrotta: chi è la Ragioniera dello Stato accusata di essere vicina al Pd (e a Renzi)

«Qualche grand commis al ministero delle Finanze ha voglia di punire, reintegrare le tasse. Ma decide la politica, non i grand commis». Antonio Tajani non fa nomi mentre da Bruxelles se la prende con i dirigenti che hanno vagliato la legge di bilancio. E che hanno deciso dove tagliare le spese dei ministeri senza consultarsi con le forze politiche. Ma il bersaglio è facile da individuare. Si tratta della nuova Ragioniera dello Stato Daria Perrotta. E di un malessere già uscito nell’ultimo Cdm anche dalla Lega.
La Legge di Bilancio, la tecnica e la politica
Matteo Salvini infatti si è fatto sentire sui finanziamenti al Ponte sullo Stretto: «Se avessi dovuto aspettare questa legge di Bilancio lo avrei fatto a casa mia, alla Camilluccia». Mentre il suo fedelissimo Armando Siri è stato più esplicito: «Alcune parti della manovra sono state portate avanti dalla parte tecnica, non politica. Ma è la politica che deve guidare, è la politica che prende i voti». Il dettaglio che la politica probabilmente non sarebbe in grado di licenziare un bilancio molto più semplice di quello dello Stato evidentemente non conta molto. Ma il nervosismo al Mit è evidente. Anche per il taglio dei fondi alla linea M4 di Milano. O a quelli di Roma. Ma c’è un’altra accusa che Perrotta deve fronteggiare.
Daria Perrotta e Matteo Renzi
Ovvero che è troppo vicina al Pd. O a Matteo Renzi. Insomma, al centrosinistra. Francesco Boccia, capogruppo Dem al Senato, l’ha difesa: «Daria Perrotta è lontanissima dal Pd di oggi. L’attuale assetto della Ragioneria dello Stato è lontano anni luce dal Partito democratico, quello che sta accadendo è una dinamica tutta riconducibile a Giorgetti e alla Lega. Nessuno utilizzi dunque il Pd per giochi interni al governo». Anche da via XX Settembre è arrivata la difesa: «Ho piena fiducia nelle istituzioni che lavorano al servizio dello Stato qui al Mef. A iniziare dalla Ragioniera Daria Perrotta e da tutta la squadra». Giorgetti la chiama Daria dal 2008, quando la conobbe da giovane funzionaria e vincitrice del concorso a Montecitorio.
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Il curriculum di Perrotta
Nel suo curriculum c’è l’esperienza da consigliera giuridica di Maria Elena Boschi ai tempi del governo Renzi. Poi la segreteria del Consiglio dei ministri nel Conte I. Quindi, con Draghi, è stata capo di gabinetto di Roberto Garofoli. L’anno scorso, quando fu promossa da capo dell’ufficio legislativo del Mef alla guida della Ragioneria, chiese lei stessa di chiamarla Ragioniere. «Il mio compito è fare il Ragioniere: le priorità le indica la politica, a me spetta solo il compito di dire se sono compatibili con le risorse a disposizione», ha spiegato ai collaboratori.
La spending review
All’ostilità nei suoi confronti ha contribuito la spending review dei ministeri. Anche se, racconta Repubblica, tutti erano stati informati da Giorgetti che da lì a poco i tecnici avrebbero proceduto con le riduzioni ai fondi inutilizzati o con basse percentuali di impiego. E prima via XX Settembre aveva chiesto ai ministeri di farlo spontaneamente, senza risultati. Ora il patatrac è fatto e metterci una pezza sarà difficile. Ma se succederà, a farlo sarà sempre la Ragioniera Perrotta.
Foto copertina da: Dagospia
