L’influenza è ormai alle porte, registrati i primi casi. Come riconoscerla e qual è il modo migliore prevenire il contagio

Febbre improvvisa, raffreddore, e magari dolori articolari. La stagione influenzale è ormai cominciata ufficialmente. Ambulatori e studi medici cominciano a registrare i primi casi: è stato individuato questa settimana il primo nel Lazio, mentre in Lombardia i contagi stanno già prendendo piede. Intanto, in entrambe le Regioni, così come in tutte le altre, è già in corso la campagna vaccinale, il metodo più efficace per combattere le influenze stagionali.
I virus influenzali
Come sempre, i contagi non dipendono mai da un solo patogeno. L’influenza ha tanti nomi: oltre al classico rhinovirus (il virus del raffreddore), responsabile del 30,8% dei casi già segnalati, i due ceppi influenzali più diffusi sono A/H3N2 (la cosiddetta “febbre australiana”) e B/Victoria. Si tratta di due varianti dello stesso virus respiratorio, entrambe caratterizzate da una maggiore capacità di eludere le difese immunitarie, potendo quindi diffondersi con maggiore facilità. A questo quadro si aggiungono il virus respiratorio siniciziale e il ben noto Covid-19. Quest’ultimo è ormai endemico, cioè radicato sul nostro territorio, ma a differenza degli altri virus influenzali non segue le stagioni e si ripresenta ciclicamente ogni 6 mesi circa.
Le modalità di trasmissione dell’influenza
Proprio dall’esperienza con il Covid abbiamo ormai imparato le modalità con cui virus e batteri si trasmettono. Il veicolo principale sono i droplets, le goccioline di saliva che il malato produce tossendo, starnutendo o semplicemente parlando, soprattutto negli ambienti affollati e chiusi. La trasmissione avviene anche per contatto diretto con persone infette (ad esempio attraverso le mani contaminate sugli occhi, sul naso o sulla bocca) o attraverso utensili o oggetti maneggiati dal malato. Il periodo in cui si è contagiosi comincia uno o due giorni prima della comparsa dei sintomi e prosegue anche fino a 5-10 giorni di distanza dalla fine della sintomatologia. In altre parole, anche un persona apparentemente sana perché guarita o non ancora sintomatica potrebbe essere veicolo di contagio.
La prevenzione
Il modo migliore per prevenire è e rimane vaccinarsi. Sebbene non azzeri le possibilità di contrarre la malattia, il vaccino abbassa le probabilità di contagio e, qualora questo avvenisse, i sintomi sarebbero meno gravi e generalmente privi di complicanze ulteriori. Per il resto, rimangono validi strumenti di prevenzione l’abitudine di indossare la mascherina in ambienti chiusi e quella di lavare bene le mani. Il vaccino è particolarmente raccomandato per over 65 e persone fragili, che possono accedervi gratuitamente dal proprio medico curante, presso una farmacia convenzionata o in un centro vaccinale della Asl. L’immunità indotta dal vaccino inizia circa due settimane dopo la somministrazione e prosegue per un periodo compreso fra i 6 e gli 8 mesi, per questo è bene vaccinarsi all’inizio di ogni stagione influenzale.
