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Stupri di Sulmona, in arresto un 18enne e due minorenni: hanno violentato la cugina 12enne e condiviso i video su WhatsApp 

24 Ottobre 2025 - 10:27 Alba Romano
sulmona-stupro-arresti minorenni violenza cugina
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Secondo la ricostruzione della procura i due fratelli avrebbero materialmente abusato della bambina mentre il terzo registrava tutto. Hanno poi usato le immagini per ricattare la loro vittima e costringerla a subire ulteriori violenze

Svolta nel caso degli stupri di Sulmona. Un diciottenne e due ragazzi minorenni sono stati arrestati nelle loro abitazioni e portati nel carcere di Sulmona e nel minorile di Casal del Marmo, a Roma. Secondo la procura i tre avrebbero stuprato per due anni una bambina, che all’inizio degli abusi aveva 10 anni. Registrando le violenze e pubblicandole su gruppi WhatsApp con oltre 40 membri. Due degli indagati, il diciottenne e un 14enne, sarebbero cugini della vittima e avrebbero approfittato di lei mentre il terzo giovane – 17enne – filmava tutto. I reati al momento ipotizzati a vario titolo sono violenza sessuale di gruppo aggravata, violenza sessuale aggravata, atti sessuali con minori di 14 anni, produzione e detenzione di materiale pedopornografico e atti persecutori. 

L’appuntamento con il cuginetto e i video-ricatto

I fatti sarebbero avvenuti a Sulmona, la cittadina dell’Abruzzo dove i tre vivono. Secondo la ricostruzione della procura, le violenze erano iniziate quando la bambina aveva dieci anni. Lei si era invaghita di uno dei suoi aguzzini, il cuginetto più giovane all’epoca 12enne. I due si erano dati appuntamento in un parcheggio coperto nel centro della cittadina. Qui, insieme al 18enne (allora 16enne), la ragazzina era stata violentata mentre il terzo ragazzo riprendeva tutto. Quel video era poi stato usato per ricattare continuamente la vittima, insieme a ripetute minacce di morte, e obbligarla a subire altri abusi. 

Il video su WhatsApp e l’allarme dell’amichetta

Questo luglio, uno dei video degli stupri era stato caricato su un gruppo WhatsApp dai ragazzini, tutti di origini straniera ma nati e cresciuti in Italia. Ad allertare la giovanissima vittima una sua amichetta. La 12enne, a quel punto, ha raccontato tutto al numero “114-emergenza infanzia”. L’indagine ha preso il via con una serie di perquisizioni durante cui gli investigatori hanno sequestrato numerosi apparecchi elettronici. Oggi le misure cautelari, disposte dai gip del tribunale e del tribunale per i minorenni dell’Aquila sulla base dei gravi indizi di colpevolezza raccolti dai carabinieri nella fase d’indagine.

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