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La strage silenziosa nelle campagne italiane: più di 100 agricoltori muoiono ogni anno schiacciati dai trattori per colpa di una legge ferma da 10 anni

26 Ottobre 2025 - 20:08 Gianluca Brambilla
morti trattori
morti trattori
Un decreto del 2015 ha introdotto l'obbligo di revisione dei mezzi agricoli, come accade per le auto. Ma da allora, l'entrata in vigore delle nuove regole viene rinviata di anno in anno

È piuttosto raro che i trattori finiscano sotto i riflettori mediatici. Gli esempi più recenti sono la strage di Castel d’Azzano, dove hanno perso la vita tre carabinieri, o le proteste degli agricoltori che hanno infiammato l’Europa lo scorso anno. Ma lontano dalle prime pagine dei giornali, c’è una strage silenziosa che si consuma nelle campagne italiane. Da diverso tempo ormai, oltre cento persone muoiono ogni anno schiacciate dai propri mezzi agricoli, spesso ribaltati su un terreno scosceso. Una tragedia in gran parte evitabile, se solo i governi che si sono succeduti avessero applicato una legge scritta nel 2015, ma la cui entrata in vigore continua a essere rinviata anno dopo anno.

Il problema dei dati e l’allarme delle associazioni

A riaccendere un faro sulla questione sono stati i vertici di Federacma — il ramo di Confcommercio che raduna i rivenditori di macchine agricole — in occasione degli Stati generali sulla salute e la sicurezza sul lavoro. Secondo i dati dell’associazione, ogni anno in Italia oltre cento agricoltori muoiono schiacciati dal proprio trattore. Più in generale, la stragrande maggioranza di tutte le morti nel settore agricolo — circa il 70 per cento — avviene proprio alla guida dei trattori. La difficoltà a misurare con esattezza il fenomeno si deve anche al fatto che non esistono dati affidabili e su scala nazionale. L’Inail, l’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro, tiene il conto degli infortuni anche in ambito agricolo, ma senza offrire dettagli sulle cause.

Il doppio problema dell’età: dei trattori e di chi li guida

Dietro le oltre cento morti annuali nelle campagne italiane si nasconde un doppio problema d’età, che riguarda sia i trattori sia chi li guida. Secondo i dati Federacma, in Italia circolano oltre 2,5 milioni di mezzi agricoli e il 70% ha un’età media superiore ai 25 anni. Anche in questo caso, però, i dati sono da prendere con le pinze, perché i trattori che non circolano su strada non hanno l’obbligo di immatricolazione. Ogni mezzo, almeno in teoria, dovrebbe essere dotato della cintura di sicurezza e di una struttura di protezione in caso di ribaltamento, chiamata Rollover Protection Structure o Rollbar.

Si tratta di dispositivi fondamentali per evitare che l’agricoltore resti schiacciato dal proprio mezzo in caso di incidente, ma secondo i dati Inail sono circa un milione i trattori che circolano in Italia senza questi sistemi di protezione. In molti casi, a rimanere vittima di incidenti da ribaltamento sono soprattutto agricoltori anziani, in alcuni casi anche over 80. Una situazione atipica per un contesto di lavoro ma piuttosto normale per il settore agricolo, dove l’età media dei lavoratori in Italia si aggira intorno ai 63 anni.

Il decreto del 2015 e la revisione obbligatoria mai entrata in vigore

Secondo gli esperti e le associazioni di categoria, i decessi dovuti al ribaltamento dei trattori sono in gran parte evitabili. C’è un decreto interministeriale — risalente al 2015, negli anni del governo Renzi — che obbliga i proprietari di trattori e macchine agricole a far revisionare periodicamente il proprio mezzo, come accade per le automobili. Il problema è che, dieci anni dopo l’approvazione di quel provvedimento, le regole non sono ancora entrate in vigore per mancanza dei decreti attuativi. Dal 2015 ad oggi, non c’è stato anno in cui l’ormai celebre «decreto Milleproroghe» non contenesse un rinvio anche per questa legge, con l’ultima proroga che risale a marzo di quest’anno.

«C’è una strage silenziosa che si consuma nei campi da decenni e che potrebbe essere drasticamente ridotta semplicemente attuando una norma già scritta», ha protestato nei giorni scorsi Andrea Borio, presidente di Federacma. «È un provvedimento che salverebbe davvero vite e che, in Paesi come Francia, Germania e Austria, ha ridotto la mortalità fino al 90%. Non servono nuove leggi, – spiega ancora Borio – ma applicare quelle già approvate. La revisione dei trattori non è una formalità burocratica, ma un dovere morale verso chi lavora la terra e una forma di rispetto verso gli altri automobilisti e utenti della strada».

Foto copertina: Pixabay/Terbe Reszo

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