Dani Alves diventa predicatore. La conversione dopo l’arresto per stupro: «Nel mezzo della tempesta c’è sempre un messaggero di Dio»

Un’accusa infamante, 14 mesi passati in carcere, l’uscita su cauzione, poi l’assoluzione e l’inizio di una nuova vita. Dopo il rilascio, però, l’ex calciatore Dani Alves non si è accontentato della ritrovata libertà e ha intrapreso il cammino della predicazione, raccontando come il suo incontro con Dio sia avvenuto nel momento più buio della sua esistenza. Ai fedeli di una chiesa evangelica di Girona, in Spagna, l’ex terzino di Juventus e Barcellona ha spiegato: «Bisogna prendere sul serio le cose di Dio e avere fede. Io ne sono la prova. Perché ciò che Dio promette e ciò che Dio fa».
L’incontro di Dani Alves con la fede
L’ex calciatore ha raccontato i giorni difficili della detenzione e l’incontro con la fede: «Nel mezzo della turbolenza, nel mezzo di una tempesta, c’è sempre un messaggero di Dio. E quel messaggero, nel momento peggiore della mia vita, mi ha raccolto, mi ha portato in Chiesa per il viaggio, e oggi sono in cammino grazie a lui». La sua fede è testimoniata soprattutto sui social, dove ogni foto postata è accompagnata da passi biblici o preghiere. Il calciatore sembrerebbe aver ritrovato la serenità anche in famiglia: è da poco diventato papà per la terza volta. La madre è la modella Joana Sanz.
La vicenda giudiziaria di Dani Alves
Nel dicembre del 2022 Alves era stato accusato di aver aggredito sessualmente una giovane donna in una discoteca di Barcellona. L’imputazione si era poi tramutata in una condanna a quattro anni e mezzo di carcere nel febbraio 2024. Lo scorso marzo però questa sentenza è stata annullata all’unanimità dall’Alta Corte della Catalogna che ha riscontrato significative incongruenze nelle prove presentate.
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