Ponte sullo Stretto, la Corte dei conti blocca la delibera: «No al visto di legittimità». Meloni e Salvini attaccano i giudici: «Atto d’invasione»

Altro stop per il Ponte sullo Stretto. La Corte dei conti ha deciso di non ammettere al visto di legittimità la delibera Cipess n. 41/2025, cioè quella che riguarda il progetto dell’opera simbolo del governo Meloni. La sezione di controllo sugli atti dell’esecutivo, riunita in camera di consiglio, ha scelto di non registrare il provvedimento. Le motivazioni arriveranno entro 30 giorni, ma la mossa ha già scatenato la tempesta politica, con reazioni furiose soprattutto da parte di Matteo Salvini, che parla apertamente di «scelta politica», e di Giorgia Meloni che invece lo ritiene «l’ennesimo atto d’invasione da parte dei giudici». Uno schiaffo che arriva pochi giorni dopo l’avvio delle candidature da parte di Webuild proprio per lavorare al progetto, nonostante appunto mancasse l’ok definitivo da parte delle Corte.
Salvini: «Decisione politica, andiamo avanti»
Il primo a reagire è stato Matteo Salvini. Il ministro dei Trasporti e leader della Lega ha parlato di una «scelta politica» più che di un giudizio tecnico: «È un grave danno per il Paese – ha detto – ma non mi sono fermato quando dovevo difendere i confini e non mi fermerò ora. Parliamo di un progetto che porterà sviluppo e migliaia di posti di lavoro, da sud a nord. Andiamo avanti». Il Ponte, per Salvini, resta la madre di tutte le battaglie: un’opera “simbolo” che non ha mai smesso di rivendicare come bandiera del suo ministero.
Meloni: «Giudici invadenti, non ci fermeranno»
Poco dopo è arrivata la risposta di Giorgia Meloni, che parla di «ennesimo atto di invasione della giurisdizione sulle scelte del Governo e del Parlamento». La premier sottolinea come i ministeri coinvolti abbiano risposto «puntualmente» a tutti i rilievi della Corte, liquidando come «capziosa» persino la contestazione legata alla trasmissione di documenti tramite link. Meloni lega poi il caso alle riforme in corso: «La riforma costituzionale della giustizia e quella della Corte dei conti rappresentano la risposta più adeguata a un’invadenza intollerabile, che non fermerà l’azione del governo».
Il Pd: «Schiaffo a Salvini, il governo si fermi»
Sulla questione è intervenuto anche il Partito democratico, che legge nella decisione dei magistrati contabili una bocciatura politica per il ministro leghista. «È un sonoro schiaffo a Salvini – ha commentato Anthony Barbagallo, capogruppo Pd in commissione Trasporti – e un segnale chiarissimo che il Governo non può ignorare. Sono numerose le irregolarità denunciate da esperti e istituzioni, e ora anche la Corte dei conti solleva dubbi di legittimità. È inaccettabile andare avanti così».
