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Arianna Meloni è furiosa con Report: «È indecente, così si rovinano le vite delle persone»

30 Ottobre 2025 - 08:49 Alessandro D’Amato
arianna meloni arrabbiata report
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La responsabile di FdI: accusata ingiustamente e coinvolta in qualcosa che è «senza senso, fuori da ogni logica»

Arianna Meloni è molto arrabbiata. Furiosa, quasi come la sorella Giorgia. La responsabile della segreteria politica di FdI ce l’ha con Report e con Sigfrido Ranucci. Che l’hanno accusata di aver visto il membro dell’authority per la privacy Agostino Ghiglia prima della sanzione alla trasmissione. Lei, spiega oggi il Corriere della Sera, si sente assediata. Accusata ingiustamente e coinvolta in qualcosa che è «senza senso, fuori da ogni logica», secondo quello che ha detto ai suoi. Ed è agguerrita.

La visita di Ghiglia

Arianna Meloni nega che la visita di Ghiglia sia collegata alla sanzione. E si infuria: «È stato il garante, che è stato nominato dal centrosinistra come il vice presidente, a decidere la sanzione, e ha spiegato chiaramente il perché. Ghiglia ha incontrato Bocchino per altre ragioni, io l’ho appena incrociato e salutato. La decisione era di fatto già stata presa, indipendentemente da ogni mio parere, che comunque non ho problemi a dire: è inammissibile che una telefonata privata tra marito e moglie che nulla ha di rilevante dal punto di vista penale possa essere resa pubblica, tanto più da una tv che dovrebbe fare servizio pubblico. È indecente, così si rovinano le vite di persone, di famiglie. È voyeurismo, è essere faziosi, è voler colpire. Io non utilizzerei una telefonata tra coniugi nemmeno contro il mio peggior nemico».

La sanzione

Dal partito si fa notare che «quella sanzione non la pagherà Ranucci, ma noi contribuenti con il canone…». Anche per questo martedì sera, «braccata» come dice lei dai giornalisti per tutto il giorno, a chi le chiedeva del caso Ranucci è sbottata: «Ma avete una forma di ossessione, dovete farvi curare!». Poi ha spiegato ai suoi: «Io non ho cariche istituzionali, faccio vita di partito e scelgo di stare dietro le quinte, non devo rispondere sempre e comunque, e comunque non a chi attacca a senso unico. Perché una cosa è il doveroso giornalismo di inchiesta, anche nei nostri confronti, altra una caccia alle streghe a senso unico. Mi piacerebbe che si andasse a guardare tutti quei parenti negli anni, quando loro dormivano, sono stati piazzati nei posti pubblici e nelle partecipate statali».

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