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Il governo dopo il no al Ponte: «Avanti con l’opera». Salvini e il vertice urgente con Meloni e Tajani: «Spero non sia vendetta sulla Giustizia»

30 Ottobre 2025 - 13:27 Alba Romano
salvini corte dei conti ponte sullo stretto
salvini corte dei conti ponte sullo stretto
Il ministro dei Trasporti ha parlato di una «maggioranza compatta». Salvini spinge perché il governo proceda col progetto nonostante la decisione dei giudici.

È alta tensione tra governo e Corte dei Conti all’indomani della decisione dell’organo contabile di negare il visto di legittimità alla delibera del Cipess sul progetto del Ponte sullo Stretto di Messina. Matteo Salvini ha ribadito che sul Ponte sullo Stretto di Messina non ci sarà «nessuno scontro tra poteri dello Stato”. Al termine della riunione d’urgenza convocata a Palazzo Chigi con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il vicepremier Antonio Tajani, Salvini ha assicurato che il governo «darà tutte le informazioni richieste» dalla Corte dei Conti, che nei giorni scorsi ha negato il visto di legittimità alla delibera del Cipess sull’opera. Il ministro ha parlato di «maggioranza compatta» e di un mandato chiaro ricevuto dai leader della coalizione per proseguire l’iter del progetto. «Andiamo avanti – ha detto –. I cantieri partiranno dopo 160 anni di attesa. Se ci viene chiesto un supplemento di documentazione, lo faremo. È un’opera a cui stiamo lavorando da tre anni e continueremo a farlo con trasparenza». Salvini ha insistito sull’importanza strategica del collegamento tra Sicilia e Calabria, sottolineando che «il tempo è denaro, ma voglio rispettare tutte le prescrizioni e le riflessioni che verranno richieste».

«Spero non sia una vendetta per la riforma della Giustizia»

Rispondendo alle domande dei giornalisti, il vicepremier ha infine respinto l’idea di un legame tra il giudizio della Corte dei Conti e la riforma della giustizia in discussione in Parlamento. «Non voglio pensare – ha affermato – che qualcuno si vendichi contro siciliani e calabresi per una riforma approvata dal Parlamento. Voglio credere che si stia lavorando nel rispetto reciproco tra le istituzioni».

L’intervista al Corriere e la critica alla bocciatura «politica»

In un’intervista al Corriere della Sera, Salvini ha definito la bocciatura «una scelta politica e non tecnica». «Questa è la casta giudiziaria che vede crollare il suo potere – ha dichiarato – ma non ci fermerà. Il Ponte è un progetto a cui hanno lavorato ventuno università italiane e studi di mezzo mondo. Fermarlo è un danno per cittadini e imprese». Il leader della Lega, che per partecipare alla riunione a Chigi rinuncia anche a presiedere il Consiglio federale del partito, ha proposto di riportare il dossier in Consiglio dei ministri e farlo approvare nuovamente. Prima però il confronto con Meloni e Tajani.

«Il Consiglio dei ministri si assumerà la responsabilità politica»

Nel frattempo, Salvini ha già riunito al Mit tecnici e dirigenti per valutare soluzioni operative. «Siamo determinati a far partire i lavori», fanno sapere dal ministero, mentre a Palazzo Chigi si cerca la soluzione superare l’impasse istituzionale. Dal governo arriva anche la voce di Matilde Siracusano, sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento, che conferma l’intenzione dell’esecutivo di andare avanti: «Il Consiglio dei ministri potrà assumersi la responsabilità politica di superare i rilievi della Corte. Se confermerà la necessità dell’atto, questo potrà essere registrato con riserva e restare pienamente efficace».

La Corte dei Conti: «Valutazione strettamente giuridica»

La Corte dei Conti ha ora 30 giorni per rendere le sue motivazioni rispetto alla decisione presa ieri. Intanto però questa mattina ha diffuso una nota per replicare sin d’ora alle accuse pesantissime che arrivano dai vertici del governo. La valutazione operata, fanno sapere i giudici contabili, si è basata «su profili strettamente giuridici», senza entrare «nel merito o nell’opportunità dell’opera». La Corte richiama inoltre alla necessità del «rispetto per l’operato dei giudici», ricordando che la Costituzione affida alla Corte la tutela della legittimità e della regolarità della spesa pubblica.

Anm: «I giudici vanno bene solo se decidono come vuole il governo»

Più duro invece il commento dell’Associazione nazionale magistrati. Il segretario generale Rocco Maruotti all’Ansa ha parlato di «attacchi alla Corte dei Conti per aver svolto le funzioni che la legge le attribuisce». E ha aggiunto: «Se qualcuno aveva ancora dubbi sulla riforma della magistratura e su quella della Corte dei Conti, la premier li ha eliminati: i giudici vanno bene solo se decidono come vuole il governo. Questa insofferenza verso il controllo di legalità è un segnale preoccupante».

Più moderata la posizione del governatore del Veneto Luca Zaia, che ha invitato a ricondurre la vicenda sul piano tecnico e legale: «Il nodo del Ponte va affrontato da questo punto di vista. È già accaduto e non sarà l’ultima volta che la Corte dei Conti interviene nello spazio che le è proprio. Poi spetta al governo rispondere. È fondamentale dire che si va avanti». Sull’ipotesi di scontro istituzionale, Zaia ha aggiunto: «Se si arriva a un’impugnativa di questo genere significa che tra gli interlocutori è mancato il dialogo».

Le critiche di Bonelli: «Salvini si dimetta»

Dura invece la reazione delle opposizioni. Angelo Bonelli (Avs) parla di «vittoria della giustizia e del diritto» e chiede le dimissioni di Salvini, accusandolo di aver «portato avanti un progetto vecchio, illegittimo e mai validato». Dal Partito DemocraticoAndrea Casu chiede un’informativa urgente in Parlamento, denunciando «un attacco senza precedenti ai giudici contabili e alle regole dello Stato».

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