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Trump ordina test di lancio delle armi nucleari Usa. La Cina: «Mina gli equilibri mondiali». Il Cremlino: «Pronti a agire di conseguenza» – Il video

30 Ottobre 2025 - 14:48 Simone Disegni
L'annuncio a sorpresa del leader Usa poco prima dell'incontro con Xi Jinping: «Rispondiamo ai test di Mosca e Pechino». Ma le cose non stanno così

Il presidente americano Donald Trump ha annunciato nella notte tra mercoledì e giovedì di aver dato istruzioni al Pentagono di avviare «immediatamente» test di lancio delle armi nucleari Usa. Un annuncio senza precedenti anche per i minacciosi standard del tycoon, che ha colto di sorpresa le principali potenze mondiali. Anche perché Trump lo ha legato esplicitamente alle presunte mosse analoghe di Russia e Cina e lo ha postato sul suo social Truth poco prima di incontrare il leader cinese Xi Jinping in Corea del Sud (che lo ha accolto, chissà se anche per questo, col volto tirato e tono gelido). «Gli Stati Uniti possiedono più armi nucleari di qualsiasi altro Paese. Quest’obiettivo è stato raggiunto, incluso un completo ammodernamento e rinnovamento delle armi esistenti, durante il mio primo mandato», ha scritto Trump. «A causa dell’enorme potere distruttivo, odiavo farlo, ma non avevo scelta! La Russia è seconda e la Cina è terza, a distanza ma sarà come noi entro 5 anni» e «visti i test di altri Paesi, ho incaricato il dipartimento della Guerra di iniziare a testare le nostre armi nucleari su base paritaria. Questo processo inizierà immediatamente!».

Cosa non torna nell’annuncio di Trump

Peccato che le «giustificazioni» addotte da Trump all’annuncio risultino campate per aria. Già, perché non c’è dubbio che Russia e Cina facciano volentieri mostra dei rispettivi muscoli militari: solo nelle ultime settimane, Xi Jinping ha messo in piazza alla parata su Piazza Tienanmen con gli alleati mondiali «pezzi da novanta» come il missile balistico intercontinentale di nuova generazione DF-61 e pure il nuovo missile a lungo raggio con capacità nucleare JL-1; e Vladimir Putin ha sovrinteso al lancio prima del missile a propulsione nucleare Burevestnik, poi di quello sottomarino a propulsione nucleare Poseidon. Però nessuna di queste iniziative costituisce un vero «test nucleare» come sostiene Trump. «Né la Russia né la Cina – così come tutte le potenze nucleari, Usa compresi – stanno oggi effettuando test nucleari, ma soltanto prove sui sistemi di consegna e lancio di tali ordigni», scrive in una nota la Rete Italiana Pace e Disarmo. «Non è dunque chiaro cosa intenda realmente il Presidente Trump, ma è chiaro invece come ogni eventuale ritorno ai test concretizzerebbe un passo indietro pericoloso, irresponsabile e inaccettabile. Testare un’arma nucleare significa in definitiva usarla: le esplosioni “sperimentali” non sono banali prove scientifiche innocue, ma veri e propri atti di violenza contro persone e ambiente con conseguenze devastanti e durature», denuncia l’associazione.

L’ira della Cina, il «messaggio in bottiglia» della Russia

I primi a reagire all’annuncio del presidente Usa sono stati non a caso i cinesi. «La Cina spera che gli Usa rispettino seriamente gli obblighi del trattato sulla messa al bando totale dei test nucleari e il loro impegno a vietare i test nucleari, e intraprendano azioni concrete per salvaguardare il sistema globale di disarmo nucleare e non proliferazione e salvaguardare l’equilibrio strategico e la stabilità globali», è la replica gelida del ministero degli Esteri di Pechino. Più morbida la reazione del Cremlino, mai come in questa fase interessato a mantenere toni «amichevoli» con la Casa Bianca. «Gli Usa sono un Paese sovrano, hanno il diritto a decisioni sovrane», ha detto il portavoce di Mosca Dmitry Peskov commentando l’annuncio di Trump, «ma voglio ricordare quel che il presidente Putin ha ripetuto più volte, cioè che certamente se qualcuno rinuncerà alla moratoria (sugli esperimenti nucleari, ndr), la Russia agirà di conseguenza alla situazione». Quanto alla genesi del caso, ha aggiunto Peskov, «ci auguriamo che, per quanto riguarda i test del Burevestnik e del Poseidon, le informazioni siano state trasmesse correttamente al presidente Trump, nel senso che questi non possono in alcun modo essere interpretati come test nucleari».

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