Quanto costeranno le sigarette (anche elettroniche) nel 2026? Gli aumenti previsti in Manovra e la direttiva europea in arrivo

Ci sono anche le accise sul tabacco tra le fonti di finanziamento con cui il governo Meloni punta a incrementare le entrate statali nel prossimo anno e realizzare le misure incluse nella legge di bilancio per il 2026. Secondo le stime, il prezzo di un pacchetto di sigarette dovrebbe aumentare di circa 14-15 centesimi nell’anno a venire. Un incremento che riguarderà anche il tabacco trinciato, i cigarillos e i prodotti riscaldati. Nei piani del governo, l’aumento delle accise sul tabacco frutterà allo Stato un gettito aggiuntivo di quasi 1,5 miliardi di euro nei prossimi tre anni.
Quanto costeranno sigarette, tabacco trinciato e sigari nei prossimi anni
In base al testo della manovra licenziato dal Consiglio dei ministri, e ancora suscettibile di modifiche fino al 31 dicembre da parte del Parlamento, le accise sul tabacco passeranno a 32 euro al chilo nel 2026, 35,50 euro nel 2027 e 38,50 euro nel 2028. In termini concreti, significa che il prezzo dei pacchetti aumenterà mediamente di 14-15 centesimi l’anno prossimo, di 10-12 centesimi nel 2027 e di 13-14 centesimi nel 2028. Per il tabacco trinciato, l’aumento sarà più marcato: circa 50 centesimi in più nel 2026 per un pacchetto da 30 grammi, altri 10-15 centesimi l’anno successivo, arrivando a un rincaro totale di circa 80 centesimi entro il 2028. Anche i cigarillos subiranno aumenti: +28 centesimi dal 2026 e +10-11 centesimi negli anni successivi. Il tabacco riscaldato, sempre più diffuso, vedrà invece un rincaro di 12-13 centesimi nel 2026 e circa 10 centesimi negli anni successivi. Nessuna variazione in vista per i sigari, mentre le sigarette elettroniche subiranno aumenti più diluiti.
La direttiva europea in arrivo
Questi aumenti nazionali anticipano, almeno in parte, la cosiddetta direttiva «Ted», proposta dalla Commissione europea nei mesi scorsi, che mira a riformare la tassazione del tabacco. La norma prevede, tra le altre cose, un’imposta minima di 215 euro ogni mille sigarette, mentre oggi in Italia l’accisa fissa è di 29,50 euro per mille sigarette, più una quota variabile pari al 49,5% del prezzo di vendita. Per il tabacco trinciato, l’accisa italiana salirà a 169,50 euro al chilo nel 2028, mentre la direttiva prevede un minimo di 215 euro al chilo o il 62% del prezzo di vendita, contro il 60% attuale. I tempi per l’applicazione della direttiva, in ogni caso, restano piuttosto lunghi. Se anche fosse approvata nel 2025, i Paesi membri avranno tempo fino alla fine del 2027 per recepirla e adattare le misure necessarie. È previsto, inoltre, un periodo di transizione fino al 1° gennaio 2031, che consentirà aumenti graduali dei prezzi.
Foto copertina: Pixabay/Cheryl Holt
